Il bene comune del nostro territorio

di Ferdinando Boero

Il neo sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, si muove spesso in bicicletta e ha ben presente lo stato della viabilità ciclistica nel territorio comunale. Personalmente, vado a lavorare in bicicletta, da Lecce a Ecotekne e ritorno. Il mese scorso è stata scavata una trincea nella parte destra alla fine del percorso verso Ecotekne, servito anche dal filobus cittadino. Ce n’era già una, e ne è stata scavata una seconda, coperta con materiale incoerente che il traffico sta disperdendo. Quella trincea aperta rende pericolosissimo il transito ciclabile e costringe i ciclisti a stare verso il centro della strada. Sorge spontanea la domanda: ma perché due trincee? Non si potrebbe utilizzare quella già esistente, in modo da minimizzare gli interventi sulla strada? E non si dovrebbero obbligare le ditte a rimettere la strada nelle condizioni originarie? In estate non ho problemi, esco ed è ancora chiaro, ma in inverno torno col buio. Mi vedranno? Un ciclista è stato ucciso recentemente sulla via per Arnesano. Ci vogliono piste illuminate, riservate ai ciclisti. Mentre pedalo, cerco di immaginarne una a lato della strada, e mi scontro con una ininterrotta serie di pali. I pali del filobus sono vicino ai pali della luce. E sorge spontanea la domanda: ma non si potevano usare i pali della luce per sostenere anche i fili del filobus? Conosco la risposta: se si fosse seguita questa strategia come avremmo fatto a spendere milioni di euro in pali? Le strade di Lecce sono martoriate da lavori rattoppati male e i ciclisti, in attesa delle piste riservate, sono esposti a rischi per la propria incolumità. I pali renderanno costosissima la realizzazione delle piste ciclabili. A qualcuno brilleranno gli occhi: sai che affare spostare centinaia di pali!!! E scommettiamo che ne metteranno altri per illuminare le piste? 

Dalla piccolissima scala delle trincee nella strada e della selva di pali, si passa rapidamente alla grande scala dei gasdotti. Per protestare contro TAP sono state erette barricate e usati i bambini per fermare i camion che trasportavano gli ulivi, e ora scopriamo che altri due gasdotti dovranno approdare in Salento, ma pare che questo non abbia allarmato i comitati anti-TAP. Ho più volte ribadito che il gasdotto TAP è un’infrastruttura strategica. Ma tre gasdotti con tre percorsi differenti forse sono troppi. Non si potrebbe creare un asse unico in cui far passare tutte le infrastrutture? Quando è stata fondata una nuova compagnia ferroviaria, quella di Italo, non si è costruito un altro sistema di binari e stazioni ferroviarie. Lo stesso vale per la rete telefonica fissa. O gli aeroporti.

Manca una regia strategica che armonizzi gli interventi sul territorio, dai buchi nelle strade alle grandi infrastrutture. Non dimentichiamo che esistono due superstrade che vanno da Maglie a Lecce. Mentre è difficile passare dalla costa adriatica alla costa ionica. Sono stati spesi milioni di euro per le ferrovie Sud Est e per il filobus, ma i vantaggi per la viabilità sono esigui. Non parliamo delle centinaia di rotonde, tra cui la più grande del mondo (pare), disseminate in tutto il territorio, come denunciato più volte dall’architetto Mininanni, e poi ci sono ancora paesi senza tangenziale, attraversati dalle strade statali. Per non parlare della segnaletica, un vero rebus per chi non “sia del posto”. E c’è la superstrada che collega Lecce con Taranto, che inizia nel nulla e finisce nel nulla.

Volendo fare una valutazione complessiva del nostro territorio, non posso non concordare con Fabio Pollice quando lamenta il modo con cui è stata devastata la nostra costa. Nel “magnifico” tratto che si vuol difendere con le barricate contro l’abominio TAP, le dune sono state sbancate per fare parcheggi, ci sono costruzioni in cemento direttamente sulla costa, e la qualità architettonica è, eufemisticamente, “eclettica”. Poi c’è un insediamento di migliaia di anni fa, Roca Vecchia, nel più completo abbandono, le falesie non vengono messe in sicurezza, e nei porti si eseguono lavori senza i dovuti permessi. Ma se lo si fa notare si grida all’accanimento! E se un assessore regionale emana un piano delle coste viene contestato da tutti i sindaci perché viene visto come un freno allo “sviluppo” (leggi: continuare a costruire obbrobri architettonici).

Purtroppo il ridimensionamento delle Province ha eliminato il raccordo tra Comuni e Regione, rendendo difficile la gestione del territorio. Credo, tornando alla trincea nel mio percorso verso il luogo di lavoro, che un pezzo della strada che va da Lecce a Monteroni e che collega la città a Ecotekne, sia provinciale. Ma la provincia non ha più risorse e il comune non può spendere risorse per strade fuori dalla sua giurisdizione.

La giungla di competenze permette continui rimpalli tra amministrazioni, con i responsabili che aprono le braccia e rimandano ad altri responsabili, senza che mai si riesca a capire chi dovrebbe fare cosa. Il principio di responsabilità si schianta contro una giungla di cavilli burocratici che impediscono di identificare le persone fisiche a cui imputare il mancato funzionamento di qualunque cosa. Nessuno è responsabile.

Carlo Salvemini ha fondato un movimento che si basa sul gramsciano “bene comune”. Mi ci riconosco in pieno ma, lo ammetto, oramai i politici si sono appropriati di concetti generali che poi non mettono in atto. Chi non è d’accordo che la libertà sia importante? E la democrazia? E il bene comune? Si fa un partito con quella parola nel simbolo e se ne diviene proprietari. Tutti i politici lamentano la giungla burocratica che azzoppa il paese, ma poi non riescono mai a sbrogliare la matassa.

Non mi aspetto che il sindaco Salvemini risolva tutti i problemi, e sono conscio che il mio (i buchi nella strada che porta a Ecotekne) non sia prioritario. Gli esprimo tutta la mia solidarietà e comprensione, e lo ringrazio per aver avuto il coraggio di candidarsi a sindaco in una situazione non facile e non chiara.

Oggi, chi ambisce a posizioni di responsabilità si accolla il compito di risolvere una massa enorme di problemi generati dagli irresponsabili che lo/la hanno preceduta/o. E quindi buon lavoro al sindaco, sperando che prima o poi si dedichi anche al problema dei ciclisti. Prima, sarà bene concordare una strategia operativa con gli altri comuni, con quel che resta della provincia e con la regione, e poi con i vari ministeri, e con l’Unione Europea. Robetta che si risolve in un attimo…

[“Nuovo Quotidiano di Puglia”, venerdì 14 luglio 2017]

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