“Avanti (o) Pop!”: il nuovo (esagerato) libro di Paolo Vincenti

di Antonio Mele ‘Melanton’

Comincio con una piccola (e forse neanche piccola) premessa. Che meglio mi aiuta a introdurre l’argomento. È più forte di me. Chi mi conosce sa che sono facile agli entusiasmi. Anche e malgrado i tristi tempi che viviamo. O che soffriamo, per meglio/peggio dire.

So benissimo che non si può vivere sempre, né troppo, di nostalgie del passato, ma resto ancora in parte (idealmente, e sperando di conservarne ad oltranza lo spirito) un ‘giovane’ uomo degli anni Sessanta, epoca memorabile e quasi fantastica, quando anche e perfino la piccola Italia – compresa la nostra amatissima terra salentina –, sapeva creare e istruire eccellenze e modelli di vita. Morali, ideali, concreti. Oggi, com’è fin troppo evidente (e non solo nell’italica Penisola), viviamo in un piattume tremebondo e in un malinconico assenteismo morale e civile che lascia poco o punto spazio agli ideali e alle vere passioni. Che sono sempre – val bene ricordarlo – la base primaria e determinante alla concretezza e all’evoluzione dell’uomo.

Da tali premesse di decadentismo pubblico e individuale, parte anche, in buona misura “Avanti (o) Pop!”, il nuovo appassionato/appassionante libro di Paolo Vincenti – giovane uomo di ogni latitudine, mi viene da dire –, scrittore e lettore di vita sapientemente critico, dotato di una straordinaria padronanza linguistica (rara avis di questi tempi), che da alcuni anni apprezzo, per istinto e coscienza, come energico e passionale portabandiera di istanze etiche, pubbliche, sociali e ideali, altrimenti sottaciute.

Questo attivo scrittore salentino si compiace, inoltre, di attingere a ispirazioni o motivazioni di alcune canzoni di grande successo, le quali spesso si rivelano anche come ‘intellettuali testimonianze (e/o velenosità) critiche’, peraltro alternate e connesse, in questo libro, ad alcune mie vignette satiriche, quale specchio intenso e ironico del sempre ambiguo costume/malcostume contemporaneo.

In questo nuovo solido libro ce n’è davvero per tutti. Con uno stile, peraltro, modulato e attraente. Si parte da “Vietato andare in spiaggia col burkini!” (dove “… L’uzzolo del Primo cittadino di Nizza vellica la pancia dello scontento…”) fino a “Sta facendo il giro del mondo virtuale la notizia del morto peruviano resuscitato dopo tre mesi”, passando per altri insoliti e quasi incredibili eventi e commenti. Certificazioni, che sono evidentemente deformate, nonché deformanti, di un mondo più irreale che non.

Satira letteraria di spicco, va ribadito. Intelligente e solenne.

Come suo costume, Vincenti non va tanto per il sottile, con una scrittura ‘diritta’, colta, sanguigna. Che tocca, anche e di buon grado, le corde dell’umorismo puro, fino allo sberleffo. E sconfinando altresì nella caricatura crudele (com’è, e deve per altro essere la caricatura). Si legga a tal proposito “Le metamorfosi di Emilio Fido”: tre pagine (dalla 47alla 49) del tutto esilaranti, da cui estraggo qualche emblematica riga: “… Il Tg4 a conduzione Fede era un toccasana per chi aveva avuto una giornata pesante e poteva così rilassarsi scompisciandosi davanti alle comiche intemerate del Direttore, perché sappiamo quanto sia terapeutico il valore della risata…”. Una scrittura, in definitiva, briosa e sempre coinvolgente… Con la consueta ironia di fondo, ispirata o tratta tout-court – e questa è una meritevole innovazione di Paolo Vincenti fin dalle sue prime opere – da testi graffianti di cantautori di successo quali Bennato, Ruggeri, Celentano, Vasco, Vecchioni, Jovanotti, Zucchero…

Sicché musica, letteratura, filosofia, humour, e soprattutto vita – vita vera e reale – si integrano e s’identificano. Trovando infine un insolito fil-rouge, comune e appagante, in una sorta di analisi logica-illogica, e conseguentemente ironica, della storia di oggi e di appena l’altro ieri. Se non anche del prossimo domani.

Un libro ‘esagerato’, in definitiva, questo Avanti (o) Pop! Che si fa leggere e rileggere, risvegliando e solleticando giocosamente la nostra memoria, e la nostra intelligenza e cultura. Non senza tralasciare, peraltro, lo stimolo aperto a varie riflessioni personali, inedite e creative. Quasi che si stesse tutti insieme, in una sorta di Circolo di Lettura e Conversazione d’altri tempi, a scambiare vita, sapere, sorrisi… Quando i protagonisti attivi eravamo tutti noi – persone – e non quel colossale schermo da 1.000 pollici che oggi occupa il salotto, mezza cucina e una parte della camera da letto.

Ma domani ne compreremo uno più grande…

Buona lettura.

[“Il Galatino” anno LII n. 2 del 25 Gennaio 2019, p. 3]

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