Il candore della pietra leccese

di Augusto Benemeglio


Sebastiano del Piombo: Martirio di Sant’Agata, 1520, Palazzo Pitti, Firenze.

“Nulla si edifica sulla pietra, tutto sulla sabbia, ma noi dobbiamo edificare come se la sabbia fosse pietra”. Borges si commuove per il destino dell’uomo sperduto nell’irrealtà dell’universo. Nel mar glaciale della negatività che ci circonda, ci dice che non abbiamo altro salvagente che la fede nella capacità di operare; fede che deve essere di tutti: nel lavoro e nell’arte, nel piccolo o grande compito che ci è stato assegnato. Null’altro che questa umile e severa accettazione della vita è l’esemplare e visibile messaggio del razionalista guru argentino. Solo in tale accettazione è celato l’entusiasmo per nullificare i ceppi della nostra inspiegabile condizione umana. Ad esempio, la Sant’Agata candida che raccoglie parole sul corpo mistico martirizzato, depredato di sé, umiliato, morto – di Sebastiano Del Piombo – e la Sant’Agata dalle sonorità celestiali dell’arpa, unite ai timbri metallici del “gamelan di Bali” (destò l’interesse di Debussy e molti altri musicisti occidentali), un contrappunto raffinato e pop tra cielo e terra, tra siluette religiosa e il corpo, che fanno palpitare, intimamente, la ballerina, c’è il culto di Sant’Agata, a Catania, che è vissuto fisicamente con strazi, veste lacerate, urla e gemiti. Esiste la “poetica dell’immondizia”, realizzata con gli scarti di Yao Lu, rifiuti, cumuli, reperti industriali, che fa scalpore a Parigi e in Europa. Ma del candore della pietra leccese, del rosso dell’argilla, del barocco, degli ulivi bagnati dal sole che risplendono come diamanti, delle cozze tarantine che sembrano perle rosa, del cielo blu e infinito, dei venti che percuotono il Salento, della striscia rosa che colora l’orizzonte dall’alba al tramonto, possibile che nessuno ne parli?

Annullare il barocco che opprime/Le curve che si muovono /I balconi giardini chiese palazzi /Le curve celesti dell’orizzonte /I peccati della carne /I garofani e le colonne tortili / Baldacchini di opulenza / Polvere del tempo/ Noi siamo antichi /Noi siamo nodi antichi / Nelle onde incupite / Luna d’infanzia / Lunghe malinconie / Strade piene di cielo / Suono-nenia / nostalgia dell’oriente / Mare sottovento /Mare che strabocca / Furore di bandiere / Sui bastioni della terra d’Otranto/ I sogni verginali sospesi a un niente/ Il tesoro della purezza che si sgretola / Ad un ricamare di corredo /La dote amara delle zitelle / Dalle mammelle avvizzite / La vita se ne va/La vita se ne va / La vita se ne va.

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