La disoccupazione giovanile e la proposta di Stato innovatore di prima istanza

di Guglielmo Forges Davanzati

Si stima che i giovani disoccupati laureati, nella fascia d’età compresa fra i 25 e i 35 anni, residenti in Italia siano circa un milione. La disoccupazione giovanile ammonta a circa il 40% sul totale della forza-lavoro e, in alcune regioni, soprattutto nel Mezzogiorno, supera il 60%., ed è oltre il doppio della media europea. Si tratta, con ogni evidenza, di una situazione socialmente insostenibile, probabilmente il vero problema dell’economia italiana, e nel lungo periodo, quando verranno meno i risparmi delle famiglie che consentono ai giovani di rimanere inattivi o di svolgere attività non conformi al titolo di studio acquisito, anche economicamente insostenibile, a meno di ulteriori incrementi (già rilevantissimi) delle migrazioni (peraltro in assenza di flussi di ritorno). 

A questo problema al quale i Governi degli ultimi decenni hanno provato a rispondere con massicce riduzioni dei finanziamenti alle Università e ai centri di ricerca, generando il conseguente aumento della contribuzione studentesca, provando cioè a disincentivare le immatricolazioni. In buona misura, l’operazione è riuscita, ma resta il fatto che l’Italia non è un Paese per giovani – come viene ripetutamente detto – e soprattutto non è un Paese per giovani istruiti.

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