Di mestiere faccio il linguista 4. La lingua dell’odio

di Rosario Coluccia

 La banca dati dell’Osservatorio neologico della lingua italiana (http://www.iliesi.cnr.it/ONLI/) registra le nuove parole che appaiono sui principali quotidiani, nazionali e a diffusione locale; chi la consulta può verificare l’arricchimento e l’evoluzione del lessico italiano dagli anni Novanta del XX secolo a oggi. Vi si trovano nuove formazioni, forestierismi, tecnicismi, che dimostrano quanto siano importanti la diffusione e l’influenza esercitate dai quotidiani sulla lingua. La parola hater, di provenienza inglese, data dal 2009 e, alla lettera, significa ‘odiatore’; indica ‘chi usa la rete e in particolare i social network per offendere e denigrare qualcuno o qualcosa’. Di fronte a manifestazioni collettive in preoccupante crescita, la lingua si è dotata di un neologismo per indicare chi interviene abitualmente nelle discussioni delle reti sociali, aggredisce a prescindere e odia senza conoscere, dando sfogo ai propri istinti negativi caratterizzati da critica malevola, polemica e violenza.

Molti ricordano Napalm 51, l’odiatore seriale di Maurizio Crozza, che ne ha fatto uno dei personaggi più singolari tra quelli da lui inventati per le sue trasmissioni televisive. Con baffoni e occhiali, l’hater complottista impersonato da Crozza sta tutto il giorno davanti al computer a vomitare bile, commentando a suo modo gli avvenimenti più vari e l’attualità, chiamando in causa personaggi famosi, aprioristicamente odiati perché conosciuti e di successo.

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