L’umanesimo della scienza e la capacità di fare scelte

Ecco, dunque, qual è il significato che assumerà la parola umanesimo nei tempi venturi: la capacità di comprendere la differenza tra il bene e il male di tutti, e di conseguenza la capacità di scegliere la strada da seguire e, in qualche caso, anche di individuare il punto della strada in cui fermarsi.

Avevo ascoltato Cingolani esprimere questo concetto già una sera di agosto del 2008, a Castiglione di Andrano, Sud del Sud.

A me avevano dato il premio “Foglia di Tabacco” per una cosa così, chiamata letteratura. A Cingolani, che allora era direttore del Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie dell’Università del Salento, il premio lo avevano dato per una cosa essenziale come la scienza.

Parlò di scienza e di umanesimo, quella sera in piazza a Castiglione. Ne parlò con la passione con cui può parlarne soltanto uno che ci crede, esistenzialmente, radicalmente.

A volte viene da pensare che di umanesimo dovrebbero parlare soltanto gli uomini di scienza e che su questa condizione dell’essere gli umanisti, invece, dovrebbero tacere.

Siccome il progresso della scienza deve fare i conti con tutti i suoi possibili effetti, è lo scienziato che meglio di chiunque altro può prevedere quali possano essere gli effetti. Ma lo scienziato non può fare a meno di considerare che ogni possibilità conquistata deve indispensabilmente essere finalizzata  al benessere di tutti, di ciascuno.

Allora umanesimo significa essere per l’umano, per l’uomo. Soprattutto per l’uomo che esprime un bisogno ulteriore, che grida più forte, che a volte – forse spesso – grida in un modo terribilmente silenzioso.

La scienza esiste esclusivamente perché esiste l’uomo: è fatta dall’uomo, per l’uomo. Nel momento in cui dovesse nuocere all’uomo, non farebbe altro che andare contro la sua stessa natura, contro la propria finalità e la propria essenza, la propria visone e la propria missione.

Probabilmente non è pensabile che scienza e tecnologia possano ad un certo punto stabilire di fermarsi, perché sarebbe come negarsi le possibilità, venir meno ad un compito preciso.

Fermarsi significherebbe impedirsi di conoscere il conoscibile, rabbuiarsi lo sguardo con un orizzonte di mistero. Non può farlo, non deve.

Quello che invece può e deve fare è assumersi la responsabilità della scelta.

Se è vero che non si può fermare, è anche vero che può intraprendere una strada diversa quando si dovesse rendere conto che quella che sta percorrendo è sbagliata o quantomeno pericolosa, e i pericoli della scienza e della tecnologia sono rappresentati dalle applicazioni che se ne possono fare.

E’ per questo motivo che non può fare a meno di interrogarsi, incessantemente, su quanto e su come una scoperta, uno strumento, il nuovo sistema di qualcosa, possa influire positivamente o negativamente sulla vita di tutti e di ciascuno. Probabilmente questa dovrebbe essere la linea d’ombra, la frontiera.

Perché, poi, ci potrebbe essere un punto dal quale non si può più ritornare, la soglia che porta nei territori di una scienza senza umanità.  

Tutto quello che accadrà nei tempi che verranno, forse dipenderà da questa scelta, dal livello di responsabilità degli uomini di scienza.

I nostri destini, e soprattutto quelli di coloro che abiteranno questo pianeta negli anni a venire, dipenderanno dalle decisioni che loro assumeranno. Se avremo una vita migliore o peggiore dipenderà da questo. Forse anche se saremo più felici o meno infelici dipenderà da questo: dall’umanesimo che sapremo pensare e realizzare, dalle direzioni che daremo ai nostri cammini verso il progresso, dalla capacità di non attribuire al termine progresso lo stesso significato che ha quello di sviluppo, perché talvolta accade che  raccontino storie diverse. La sfida che la scienza si è sempre trovata ad affrontare, e che in futuro probabilmente diventerà ancora più aperta, è proprio quella di fare in modo che progresso e sviluppo possano raccontare all’uomo le stesse storie di benessere e qualche volta anche di straordinaria bellezza.     

[“Quotidiano di Puglia”, Domenica 6 ottobre 2019]

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