Avanti (o) pop! 7. Ci mancava l’UNAR

di Paolo Vincenti

Ora, dell’esistenza di un ufficio chiamato Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) ben pochi erano a conoscenza. Trattasi di un ufficio, addirittura, che dipende da Palazzo Chigi.  Ancor meno conoscevamo la faccia del suo presidente, Francesco Spano, che mi pare il solito fighetto col culo parato. Questo ufficio è stato destinatario anche quest’anno, come gli altri anni, di un discreto finanziamento da parte della Comunità Europea per un progetto legato all’inclusione sociale, una di quelle formule eteree, intangibili, che dicono tutto per non dire niente, coniate solo per legittimare il sempiterno fotti fotti italieno. Si tratta di uno di quegli enti carrozzoni creati allo scopo di distribuire prebende e poltrone. Fin qui niente di straordinario. Ma noi siamo indulgenti, bisogna che questi giovini, come Spano, sbarchino il lunario in qualche modo. Si scopre però, attraverso un servizio de “Le iene” (Italia Uno) che alcuni di questi circoli gay accreditati presso l’Unar in realtà erano bordelli di lusso, laddove insieme alle saune e massaggi si praticavano anche prestazioni sessuali. E va be’ ora si esagera. Si fa “casino” coi fondi pubblici.

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