Di mestiere faccio il linguista 29. Insegnare la punteggiatura!

di Rosario Coluccia

Nella storia della punteggiatura una fase decisiva si instaura a partire dalla fine del Quattrocento e si dispiega nel secolo successivo, in coincidenza con l’aumentata diffusione della stampa a caratteri mobili. L’offerta di libri a costi nettamente inferiori rispetto a quelli dei manoscritti fa crescere la domanda del pubblico e nello stesso tempo favorisce la confezione di prodotti adatti al nuovo mercato in espansione, formato da lettori di varia estrazione culturale, in questo modo facilitati nella lettura e nella comprensione dei testi. La stampa comporta una nuova coscienza della lingua scritta, che si regolarizza anche grazie ad un’interpunzione meticolosa, influendo in modo radicale nel rapporto tra lettore e libro.

La formazione del sistema moderno di punteggiatura riceve un impulso decisivo dall’attività editoriale di Aldo Manuzio (1449-1515), il vero fondatore della stampa moderna, nello stesso tempo concreto uomo d’affari e raffinato innovatore. Ritenuto tra i maggiori editori d’ogni tempo, introdusse il carattere corsivo (che facilita la lettura) e, insieme a opere lussuose e di grande pregio, pubblicò libri in formato maneggevole e di prezzo ridotto, che potevano facilmente essere diffusi presso un pubblico vasto: in sostanza, fu l’inventore di quelle che oggi chiameremmo  edizioni tascabili. I libri di Manuzio erano contraddistinti da un marchio che rappresentava  un’ancora con un delfino: l’ancora indicava la solidità, mentre il delfino la rapidità e la velocità. Insieme i due simboli riconducevano al motto festina lente, ovvero ‘affrettati con calma’, cioè ‘pensa bene, ma poi agisci con rapidità’.  Il grande Manuzio si avvalse spesso della consulenza di Pietro Bembo, il maggior teorico della questione della lingua nel Cinquecento, che sosteneva l’idea di una lingua italiana fondata sul modello dei tre grandi fiorentini: Dante, Petrarca e Boccaccio. Manuzio diede una sistemazione definitiva alla punteggiatura: il punto, la virgola, il punto e virgola, l’accento e l’apostrofo vengono usati nella forma odierna. Le novità influirono in maniera decisiva sulla attività editoriale italiana dei decenni successivi e si proiettarono anche fuori dalla penisola.

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