Come funziona il mare

Gli ecosistemi sono dinamici e cambiano continuamente. La materia vivente si modifica con loro, evolvendo: si estinguono le specie e se ne formano altre, e queste cambiano i sistemi fisici e chimici che le tengono in vita, con una reazione a catena di continui cambiamenti. Le specie di maggior successo consumano gli ecosistemi che le sostengono, li fanno cambiare, determinando così la propria condanna. Se una specie consuma troppe risorse pone le premesse per il proprio fallimento biologico: chi consuma più di quello che si rinnova con i processi naturali, perde il “sostegno” della natura e le nuove condizioni porteranno la materia vivente verso altri stati, che noi chiamiamo specie, fino a quando anche queste saranno sostituite da altre. Le specie che oggi vivono sul pianeta discendono da specie oramai estinte, compresi noi: la specie attualmente di maggiore successo. Per prosperare e crescere abbiamo tagliato le foreste che producevano ossigeno e consumavano anidride carbonica, sequestrandola nel legno, e le abbiamo sostituite con l’agricoltura, dove tutto viene “bruciato”, consumando ossigeno e producendo anidride carbonica attraverso il nostro metabolismo di consumatori. Poi abbiamo estratto i combustibili fossili e li abbiamo bruciati per produrre energia diversa dal cibo, immettendo altra anidride carbonica nell’atmosfera e consumando altro ossigeno. L’impatto era minimo quando eravamo qualche milione, ma ora siamo sette miliardi. L’anidride carbonica in eccesso fa cambiare il clima e le temperature si innalzano. 

Ora siamo pronti per capire l’impatto del riscaldamento globale. L’atmosfera più calda fa sciogliere il ghiaccio dei poli e dei ghiacciai. L’acqua del ghiaccio è priva di sali ed è meno densa dell’acqua sottostante: al polo nord, invece di acqua salata e fredda che affonda, si forma acqua dolce e fredda che galleggia, va incontro alla Corrente del Golfo e la ferma, impedendole di mitigare il clima in Europa. Se la Corrente del Golfo risale verso il polo e non si raffredda, diventando ghiaccio, e se il ghiaccio artico e antartico, invece di formarsi, si scioglie, ecco che i motori freddi che innescano la grande corrente oceanica che tutto connette vengono manomessi. Cambia anche il clima atmosferico, i fenomeni diventano sempre più estremi e imprevedibili, e le condizioni degli ecosistemi cambiano. 

Siamo noi la specie di grande successo che sta cambiando il clima più rapidamente del normale, consumando risorse per nutrirci, muoverci, scaldarci e rinfrescarci. Siamo abbastanza intelligenti da averlo capito. Resta da vedere se saremo abbastanza intelligenti da cambiare il nostro rapporto con la natura. Il riscaldamento globale altera il funzionamento degli oceani, e questo innesca altri cambiamenti. Come se non bastasse, riversiamo i nostri rifiuti negli oceani e, con la pesca industriale, li depauperiamo. La scienza ci dà conoscenze inoppugnabili su quali siano i rischi che corriamo con questi comportamenti. Sarà nostra responsabilità usare la conoscenza per cercare di cambiare i nostri sistemi di produzione e consumo, in modo di far parte della materia vivente il più a lungo possibile. Se non saremo abbastanza intelligenti… poco male. La materia cambierà di stato, e altre specie ci sostituiranno, come è sempre stato. 

[in “Focus”, febbraio 2020]

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