Un’idea di città 2. Per la città che vorrei

Ma ancor più solare ed evidente è come non serva a niente e a nessuno – in una città servita stabilmente da almeno tre o quattro società di autolinee, e dove ormai approdano centinaia di bus turistici all’anno, di una stazione e/o pensilina decente per l’accoglienza dei pendolari e dei viaggiatori. Che s’impiccino e s’impicchino da sé – con quaranta gradi – o quando la pioggia spazza via gli ombrelli; e quanto agli studenti, sono giovani e così si fanno le ossa!

Difendere e far riattivare e potenziare la stazione dei treni della propria città non è un obiettivo utopico – come non è un destino che vi dobbiamo rinunciare.

Allo stesso modo, anche la questione stazione o pensiline non è solo un modo per trattare civilmente centinaia di propri concittadini e di ospiti, ma è anche un modo per accrescere bellezza e sostenibilità della città – progettando ad esempio pensiline-giardino, com’è stato fatto in altre città italiane ed europee.

Queste sono, mi pare, le tipologie di progetti su cui dovremmo e potremmo misurare le competizioni e le competenze amministrative, e selezionare la classe dirigente adeguata alle sfide che già non sono facili e rischiano di diventare sempre più drammatiche. Anche se, certo, cosa più drammatica dell’ingloriosa eliminazione dell’Italia dai Mondiali, è difficile immaginarla…

Giugno 2014

[“Il Galatino” anno XLVII n. 13 dell’11 luglio 2014]

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