Per Augusto Benemeglio

di Maurizio Nocera

A Gallipoli, di Augusto Benemeglio, noto anche con lo pseudonimo Augusto Buono Libero, tutti ricordano la generosità, la sua straordinaria capacità di essere disponibile sempre nei confronti di tutti come, ad esempio, di coloro che gli chiedevano un qualcosa e di quegli altri che invece non gli chiedevano proprio nulla, ma che, a loro insaputa, leggendo una sua recensione, o nota, o commento, magari su Facebook, oppure su qualsiasi altra rivista o giornale, rimanevano stupiti, meravigliati, rapiti di essere stati piacevolmente ricordati e citati. Anch’io sono uno di quelli e, non poche volte, mi è accaduto di sorprendermi nel leggere un suo scritto su mie povere cose. Da quando conosco Augusto, e ormai sono passate alcune decine d’anni, è accaduto proprio così. Quasi d’incanto egli s’innamora di un testo, di una storia, di una favola, e poi si butta a capofitto a interpretarla, a recensirla, a commentarla. È ovvio dire che quando la sua penna si mette in moto, si trasforma in una sorta di vulcano eruttante parole, versi, punteggiature, neologismi, altro ancora.

È già autunno. Augusto è qui in Salento per la presentazione di un libro del direttore di «EspressoSud» , Nicola Apollonio  di Aradeo, e, per l’occasione,  ha deciso di presentare anche il suo ultimo libro, “La Barba d’oro di Godot”, edizione Divina Follia, 2013, presso l’Università Popolare di Galatina , affidandone l’incarico proprio a me . Soggiorna a Lecce nei pressi di casa mia. Ed è così che è accaduto che una mattina di buon’ora, mi chiama al telefono per chiedermi se mi andava di fare un salto a Gallipoli. Da anni io vivo a Lecce ed egli, invece, da anni vive a Roma e, tuttavia, nonostante la lontananza, le nostre strade non si sono mai divise, come non si è mai dissipato in noi l’incanto per la Città bella. Di tanto in tanto ci sentiamo telefonicamente, qualche lettera, lo scambio di qualche libro. Gallipoli, però, continua ad essere sempre la nostra comune amante, perché ci ha affascinato, entrandoci nelle vene come sangue che scorre ininterrottamente. Augusto la descrive nei suoi articoli/saggi, io me la vivo ancora fisicamente per via dei miei parenti che vivono là e per via anche di un rapporto culturale con l’associazione Anxa News, editrice dell’omonima rivista. Era ovvio che la decisione di andare quella mattina sullo Ionio non poteva che essere positiva.

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