Bicentenario della nascita di Sigismondo Castromediano, il duca bianco di Cavallino

150° Anniversario (1861-2011) dell’Unità d’Italia

[Nel 2011 avevo scritto questo ricordo su Sigismondo Castromediano, che non ebbe grande diffusione. Lo ripropongo oggi all’attenzione degli amici e amiche che lo potrebbero trovare ancora interessante. (M.N.)

di Maurizio Nocera

Felice occasione questa del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, perché entro tale evento cade anche il bicentenario della nascita di Sigismondo Castromediano, nato appunto a Cavallino il 20 gennaio 1811.

Come ormai è noto ai più, Castromediano fu una tra le più importanti personalità salentine dell’Ottocento, la cui memoria è ancora radicalmente presente fra noi, non fosse altro che per le tante volte in cui siamo costretti (benevolmente s’intende), quasi quotidianamente, a nominarlo sia per indicare la frazione di Cavallino, sia per indicare i dintorni del Museo provinciale intitolato proprio al suo nome.

Fu lui, il «Duchino Bianco», come veniva chiamato per via dei capelli imbiancati sin da giovane, che, assieme a pochi altri [Luigi Maggiulli (1828-1914) di Muro Leccese; Emanuele Barba (1819-1887) di Gallipoli; Francesco Casotti (1817-1899) di Lecce; Cosimo De Giorgi (1842-1922) di Lizzanello; Leonardo Stampacchia di Lecce, Luigi G. De Simone (1835-1902), detto anche Ermanno Aar, di Lecce, più qualche altro meno noto] a fornire le fondamenta di quella che sarebbe divenuta poi una delle meraviglie del Salento, cioè il Museo provinciale “Sigismondo Castromediano”, il primo ad essere pensato e istituito in Puglia.

Sigismondo Castromediano fu nella vita tante cose: poeta, scrittore, storico, archeologo, glottologo, erudito e appassionato di umane lettere, scienziato, politico, parlamentare di centrodestra a Torino per il collegio di Campi Salentina, fondatore e presidente a vita della Commissione di Storia Patria di Terra d’Otranto e successivamente della Commissione Conservatrice dei Monumenti storici e di Belle Arti di Terra d’Otranto, umanista e patriota risorgimentale fin dalla prima ora.

Per dirla con Donato Valli, studioso attento della storia del Salento:

            «il nome di Sigismondo Castromediano evoca immediatamente fatti di storia, pagine gloriose del nostro Risorgimento, tanto che non si può separare la sua figura dagli eventi che segnarono la storia di questa provincia salentina nella seconda metà del secolo XIX. Ancora oggi Sigismondo Castromediano è un simbolo, un mito: troppe le commozioni e troppo vicine le sue esperienze di patriota per potersene liberare!» (v. D. Valli, Lettere dal carcere di S. Castromediano, in «Il Bardo», Copertino giugno 1997, p. 7).

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