Zibaldone galatinese (Pensieri all’alba) XXIX

di Gianluca Virgilio

I libri e le generazioni degli uomini. Riporto una parte dell’elzeviro di Raffaele la Capria, Cara Sofia…, nel “Corriere delle Sera” di domenica 7 settembre 2008, p. 31, nel quale lo scrittore ragiona sul ruolo che devono avere i libri nel rapporto tra le generazioni e sugli effetti della globalizzazione nella diffusione libraria. Dopo aver elencato i libri (i classici!) che a suo avviso dovrebbero essere letti dalla giovane generazione, La Capria scrive: “Come vedi, cara Sofia, la mia lista è autobiografica, ma i libri indicati sono universali, e sono una buona base anche per te, e se li leggi il legame tra la mia e la tua generazione non si spezzerà, ed è un bene. Perché devi sapere che questo legame tra noi e voi giovani si sta facendo sempre più tenue anche a causa delle diverse condizioni e forme di lettura che la globalizzazione ha creato. Se tu mi chiedessi una lista di libri da leggere tra quelli che oggi continuamente ci vengono proposti dall’editoria internazionale – e certo fra essi ci sono molti capolavori – io non saprei come soddisfare la tua richiesta.

Sono tanti i libri che ci arrivano, sono troppi stavo per dire, e arrivano tutti insieme. La differenza tra il tempo in cui io leggevo i libri che ti ho segnalato e oggi è enorme, parlo non solo della differenza del leggere e scegliere i libri da leggere, ma del rapporto che da lettore si stabilisce con questi libri. Per esempio, oggi, quando tu entri in una libreria, cara Sofia, è diverso da quando ci entravo io ai miei tempi. Allora mi sembrava di entrare in una casa che mi apparteneva e dove amici-libri mi aspettavano. Oggi invece è come andare in un supermercato, in un non-luogo cioè.  Che abbondanza! L’offerta è esorbitante, superiore a ogni possibile ricezione. Vedi montagne di libri, piccole catene montuose di libri levarsi dal pavimento, pile di libri, cumuli, ammucchiate, perché gli scaffali non bastano e la quantità esige i suoi spazi. Ci sono libri veri, quelli da leggere, e tanti altri, una moltitudine, superflui, effimeri, inutili, da non leggere. Entrare in una di queste librerie ed essere presi dallo sconcerto è la sensazione che più volte io ho provato. Non so tu.”

Vero è che le diverse generazioni non hanno mai letto gli stessi libri. E tuttavia, perché non vi sia strappo tra le età della vita, è un bene che ci sia un certo numero di libri che tutti leggano. Questo ruolo sembra essere demandato ai classici. Quanto poi essi vengano davvero letti, rimane molto dubbio.

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