Enzo Fasano prezioso intarsiatore della Grotta delle Veneri di Parabita (Lecce)

di Maurizio Nocera

Sull’arte dell’intarsio di Enzo Fasano, mi piace affidare il mio pensiero alla definizione che diede Mario Marti in occasione della mostra dell’artista – 20 tarsie – sulla Grotta dei Cervi di Porto Badisco:

            «La tarsia di Fasano fu subito, e poi sempre, pittorica; e fu sempre, dall’inizio in poi, intarsio ligneo puro. Egli non ha mai usato altro materiale che il legno laminato per ottenere quanti mai effetti pittorici egli ha ottenuto; né mai ha usato ferri roventi per mutarne o degradarne la natura. Il che, in parole povere, significa che egli ha sempre evitato il facile e mistificatorio per attuare il difficile, in un continuo processo di perfettibilità, fin dalla sua prima mostra, avvenuta a Parabita nel 1967» (v. M. Marti, Badisco ‘84, in Enzo Fasano. L’intarsiatore alla ricerca della felicità, Editrice Salentina, Galatina, 1994, p. 43).

Ecco. Mi sono sufficienti le parole del vate dell’umanesismo salentino per mettere al sicuro una definizione dell’intarsio, che peraltro già illustri umanisti e critici d’arte (Romano Pieri, Lionello Mandorino, Carlo Munari, Aldo de Bernart, Renato Civelli, Aldo De Jaco, Donato Valli, altri ancora) hanno dato sull’opera di Enzo Fasano intarsiatore. Tuttavia occorre aggiungere che l’artista salentino non ha operato solo su questo tipo di arte, perché importanti sono anche le sue gouache (guazzi), le sue incisioni, i disegni, i graffiti, le pastiche (composizioni pittoriche con materiali differenti).

Ma qui, oltre alla definizione dell’intarsio in quanto tale, quello che più mi interessa è il suo sguardo d’artista rivolto alla terra e ai suoi abitanti: il Salento antico, moderno e contemporaneo. Questo lembo di terra italiano da Fin de monde, che egli ha raffigurato con legni laminati sulla tavola, oppure dipinti sulla tela, o ancora disegnati su pregiati fogli di carta con i pennelli o i pastelli, vede trionfare la storia degli uomini e delle donne che hanno vissuto questa terra sin dal paleolitico neandertaliano per arrivare fino ai nostri giorni.

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