Il codice dei Templari

di Gianluca Virgilio        

Quale e quanto grande sia il fascino che il mondo medievale esercita sui contemporanei, lo testimonia ampiamente il gran numero di film e pubblicazioni sull’argomento. Si pensi, per fare un solo esempio, al romanzo di Umberto Eco, Il nome della rosa (1980), con relativo film (1986). Se poi, dentro il Medioevo, consideriamo la vicenda dei Templari, le suggestioni aumentano di intensità e l’esoterico comincia a reclamare con insistenza i suoi diritti. Chi non ha visto al cinema Indiana Jones e l’ultima crociata (1989) con uno spericolato Harrison Ford che all’abilità dell’avventuriero unisce l’erudizione dell’archeologo provetto? E chi non ha avuto sotto mano almeno per qualche minuto, il tempo di sfogliarlo in libreria, Il Codice da Vinci (2003) di Dan Brown? Se poi il lettore è scampato al libro, di certo lo spettatore non sarà scampato al film di qualche anno dopo (2006). Insomma, i Templari sono in mezzo a noi, simbolo d’avventura e di segretezza, col loro fascino misterioso che compensa d’incanto la nostra vita prosaica.

Ma che cosa sappiamo davvero dei Templari? Sappiamo molto, certo, perché gli storici, mai estranei alle suggestioni del momento, in questi anni hanno infoltito la bibliografia sull’argomento. Se ne è occupato Franco Cardini, Barbara Frale, Mario Arturo Jannaccone, per citare solo alcuni italiani, sicché non è affatto difficile averne notizie sicure. Ecco come Barbara Frale introduce l’argomento: “Verso l’anno 1114 un cavaliere francese chiamato Hugues de Payns (1070 ca. – 1133), fedele del conte Hugues de Champagne e titolare di un feudo presso Troyes, fonda a Gerusalemme una confraternita di militari che prende il voto di difendere i pellegrini in viaggio dagli attacchi dei predoni islamici” (Il Medioevo 4. Medioevo centrale. Storia, a cura di U. Eco, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, 2009, p. 134). La storia dei Templari accompagna, dunque, quella delle Crociate in Terrasanta per la liberazione del Santo Sepolcro.

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