Manco p’a capa 74. Le parole “rubate” e ecolavate

di Ferdinando Boero

Accade che parole coniate con un significato vengano “rubate” da chi attribuisce loro altri significati. Nei dizionari, ecosistèma significa: – In ecologia, unità funzionale formata dall’insieme degli organismi viventi e delle sostanze non viventi (necessarie alla sopravvivenza dei primi), in un’area delimitata (per es., un lago, uno stagno, un prato, un bosco, ecc.). Oggi, però, alla parola sono attribuiti i significati più diversi. Come avviene nel Piano Nazionale di Recupero e Resilienza, dove troviamo: “ecosistema naturale e culturale”, “ecosistema di servizi”, “ecosistema tecnologico”, “ecosistema di imprese”, “ecosistema turistico”, “ecosistema di innovazione”, “ecosistema delle competenze”, “ecosistema di prodotti”. Nella maggior parte dei casi la parola non viene usata col suo significato originale, e unico, riportato nei dizionari. Se cercate “ecosistemi” il furto si ripete, con l’aggiunta di “ecosistemi di telemedicina”. Dato che il PNRR in gran parte è dedicato alla transizione ecologica, dare così tanti significati ad una parola di derivazione ecologica “logora” la parola stessa. Persone di formazione differente, pensano a cose differenti, pronunciandola. Lo stesso vale per “sostenibilità”: per un economista mainstream non ha lo stesso significato che le dà un ecologo. Chi parla di investimenti sostenibili si riferisce alla sostenibilità economica, anche se un intervento ecologicamente insostenibile alla fine è insostenibile anche economicamente, visto che i danni al capitale naturale hanno ricadute negative sull’economia. Non per niente stiamo programmando la transizione ecologica, in cui gli ecosistemi sono molto importanti, assieme alla biodiversità. Per la biodiversità non ci sono equivoci, per fortuna, e la parola mantiene il suo significato originario: la diversità dei viventi a livello di geni, specie, e habitat, all’interno di ecosistemi. Però ci sono equivoci per la tassonomia, la scienza che classifica la biodiversità all’interno di un sistema che ne rispecchi l’evoluzione. Per far questo assegna ogni entità biologica a diverse categorie tassonomiche: specie, genere, famiglia, ordine, classe, phylum e regno. Noi apparteniamo al genere Homo e siamo la specie sapiens. Il nome della nostra specie è Homo sapiens. Il genere si scrive maiuscolo e la specie minuscolo, ed entrambi vanno in corsivo. Inorridisco quando vedo Sapiens… Il nome di una specie deve comprendere anche il genere. Noi siamo Homo sapiens, non Sapiens!  Ma torniamo al furto di parole.

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