Linee di un percorso letterario: l’opera di Aldo Vallone

di Luigi Scorrano


Nel 1987, allo scopo di realizzare un omaggio ad Aldo Vallone, si scelsero due campi d’indagine sui quali dirigere l’attenzione di quanti venivano invitati a collaborare: Filologia e critica dantesca e Letteratura e storia meridionale. Si scelsero, proprio a sottolineare ed a riassumere i campi d’indagine ampiamente e profondamente esplorati da Aldo Vallone, due temi-guida della sua ricerca: “Dante” e la “civiltà meridionale”. Per tracciare un profilo di Aldo Vallone si tengano presenti proprio queste due direzioni, che non sono separate se non apparentemente dal momento che in esse c’è unità d’ispirazione e di metodo.

Dante in primo piano, come un riferimento vivo per tutta l’esperienza letteraria successiva; non è un caso che nessun momento della nostra storia letteraria ha potuto prescinderne. Non meraviglia, dunque, che Dante occupi anche parte della Storia della letteratura meridionale. Leggendo gli scritti di Vallone, le sue opere fondamentali, occorre non perdere di vista questi rapporti e raccordi, questo aprire finestre da uno su un altro grande tema, questo istituire linee di svolgimento di un tema (l’interpretazione dantesca, nel nostro caso) all’interno di un diverso tema, apparentemente estraneo.

Dante, dunque, in primo piano. Vallone parte quasi timidamente su questo terreno. Per avere un’idea dello svolgimento che il suo cammino ha avuto da quei primi passi basta scorrere la bibliografia preparata da Leonardo Sebastio per i volumi di studi offerti a Vallone e poi arricchita per nuove acquisizioni nel volume Dante e il Rinascimento, e ancora integrata, da Giancarlo Vallone, nel volume che raccoglie Scritti salentini e pugliesi di Aldo Vallone.

La “partenza” dantesca di Vallone è costituita da uno smilzo libriccino (solo 45 pagine) intitolato Prime noterelle dantesche, pubblicato a Galatina da Mariano nel 1947-48. “Noterelle”, uno studio di particolari; quasi analisi minimale, esperimenti di lettura che prendono in considerazione un verso o un gruppo di versi: preistoria di quello che sarà, poi, la “lectura Dantis” valloniana, esercitata a lungo e lungo tanti anni su canti di estremo impegno. Un segno di quelli che sarebbero stati gli sviluppi del cammino “dantesco” di Vallone è questo: dello stesso anno delle Prime noterelle è una bibliografia dantesca, la riflessione su circa un decennio (1940-1946) di studi danteschi. Nel 1948, la Bibliografia curata per il Dante vallardiano dello Zingarelli, suggerisce che l’attenzione del critico per Dante si è orientata verso un argomento di studio ben mirato e preciso. Sono più di duecento i titoli che, nella bibliografia di Vallone, riguardano Dante. Su uno stesso tema Vallone torna in momenti diversi, per nuove sollecitazioni che il progresso degli studi comporta, o perché il lavoro già fatto necessita di arricchimenti, o perché qualche episodio particolare della discussione sull’opera dantesca spinge ad una verifica in proprio ed induce a prendere posizione su un argomento ch’è oggetto di vivace dibattito.

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