Storia dei tre busti in memoria di Gioacchino Toma: il quarto busto in gesso opera di Francesco De Matteis

di Massimo Galiotta


G. Toma, busto in gesso color bronzo, Liceo artistico, Galatina, Cr. ph. R. Verter.

Questa storia va narrata al contrario, dalla fine all’inizio, perché molto verosimilmente è una vicenda dove la conclusione deve essere ancora scritta. In effetti tutto ha inizio a conclusione di una conferenza su Martinez, tenuta dallo scrivente, al Liceo Artistico di Galatina il 2 marzo scorso, e con la prossima inaugurazione della mostra retrospettiva dedicata a Francesco De Matteis (Lecce, 1852 – Napoli, 1917), evento che avrà luogo a breve al MUST (Museo Storico di Lecce).

Dobbiamo ricordare come la fortuna critica di Gioacchino Toma (Galatina, 1836 – Napoli, 1891) sia in parte riconducibile a quei busti eretti a cavallo dell’Otto-Novecento: a Lecce nel 1898, a Napoli nel 1922 e Galatina nel 1928; sull’onda dei riconoscimenti tributati al pittore, ebbe luogo una lunga corsa ai suoi dipinti. Ma l’opera dell’artista era rara, e questo portò alla produzione di numerose contraffazioni, soprattutto con l’arrivo del nuovo secolo, con tutti i vizi di mercato che tale fenomeno naturalmente genera (effetto inflazionistico su tutti).

Apparentemente la fine della storia ebbe inizio il primo aprile del 1928, data in cui fu inaugurata la XVI edizione della Biennale di Venezia: la prima volta che Gaetano Martinez espone la versione in gesso della Lampada senza luce. In quell’anno, curata tra gli altri da Ugo Ojetti e Ezechiele Guardascione, è organizzata un’importante mostra dal titolo «La Pittura italiana dell’Ottocento», divenuta l’anno successivo, per la Casa Editrice Bastetti e Tumminelli di Milano, un corposo volume con lo stesso titolo. Alla mostra compare, considerato tra i maggiori artisti dell’Ottocento italiano, il concittadino Gioacchino Toma; il pittore, scomparso a Napoli i primi giorni del 1891, è presente alla Biennale con sei dipinti. Martinez non indugia e, proprio in seguito alla contemporanea presenza veneziana dei due galatinesi, si affretta a modellare un busto bronzeo a soli due anni di distanza dalla realizzazione di una lapide commemorativa collocata sulla casa natale del pittore: in una lettera datata 27 luglio 1928 infatti, Gustavo Toma, figlio di Gioacchino, ringrazia Martinez per l’iniziativa di realizzare a Galatina un busto in bronzo raffigurante il padre. Il busto, il terzo in ordine cronologico, si trova ancora oggi in Piazzetta Toma a Galatina: le linee ed i volumi sono sviluppati in perfetto stile d’inizio Novecento.

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