La recessione e il ritardo delle politiche industriali

di Guglielmo Forges Davanzati

L’Italia è all’ultimo posto, fra i Paesi dell’Eurozona, per il recupero del tasso di crescita dei livelli pre-COVID. A stabilirlo è un recente Rapporto della Commissione europea, che si sofferma sull’andamento delle principali variabili macroeconomiche dei Paesi membri, pre e post pandemia. Più in dettaglio, i tecnici della commissione fermano la stima del tasso di crescita italiana al 2.4%, sette decimali sotto il 3.1% fissato come obiettivo dal Governo nel Documento di Economia e Finanza di aprile. E’ bene osservare che tutte le previsioni convergono su questo scenario: 2.3% per il Fondo Monetario Internazionale; 2.2% per Prometeia; 2% per REF Ricerche 1.9 per Confindustria. La sola previsione che si avvicina a quella del Governo è di Oxford Economics, che stima il nostro tasso di crescita al 2.8%.Non ci sono invece significative differenze di previsione fra istituti tecnici e Governo in merito all’andamento dei saldi di finanza pubblica: la commissione europea stima una traiettoria del deficit dal 5.5% di quest’anno al 4.3% del prossimo anno e una sostanziale tenuta del debito (147.9% in rapporto al Pil nel 2022 e 146.8% in rapporto al Pil per l’anno prossimo). E’ da notare che la seconda peggiore performance dopo l’Italia, in Europa, si deve alla Germania, anch’essa come l’Italia fortemente esposta all’importazione di energia russa.

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