L’affare Ucraina

Una storia manipolata e bugiarda racconta certe verità ma tace su altre. Andando avanti di questo passo l’uomo costruirà una società sbilanciata, contrapposta, litigiosa, assoggettata ai poteri forti dell’economia, ma molto, molto distante da quel mondo di pace che si trova in cima ai desideri di tutti.

di Rino Duma

Premessa

Inizio questo scritto facendo mio il bel pensiero di Primo Levi, scrittore torinese sopravvissuto alla Shoah, il quale, asserendo con una punta di ironia il noto “Se questo è un uomo!”, ha voluto mettere a nudo i sentimenti negativi presenti nell’animo umano, quali l’odio, l’egoismo, la protervia, lo sfruttamento e l’asservimento al Dio denaro e ai falsi Dei. Uno stupendo pensiero che mi consente di parlare della preoccupante situazione che si è venuta a creare in Ucraina.

Innanzitutto è necessario precisare che quella che ci è stata consegnata in questi mesi è una storia per buona parte mistificata, una brutta vicenda umana imbrattata con molte falsità. Per arrivare a tanto è bastato poco: è stato sufficiente occultare certe verità, ingigantire altre, inventarsi altre ancora e presentarle all’opinione pubblica come esclusive e fedeli. Tutto ciò per accattivarsi il benestare del popolino e giustificare determinate scelte politiche. Da sempre si sa che il popolo bue si lascia facilmente trascinare, manipolare e convincere attraverso un intenso bombardamento di notizie provenienti dai vari media con fiumi di articoli giornalistici, filmati, dibattiti televisivi e radiofonici, convegni esclusivi, comizi, servizi di fotoreporter, ecc. Tutti strumenti confezionati a giusta misura e unidirezionali, grazie ai quali si impacchettano ‘verità’ non sempre vere e si occultano volutamente altre molto vere. Una facile esca alla quale abboccano tutti o quasi tutti: il recente caso Russia-Ucraina rappresenta una valida dimostrazione.

D’altra parte al popolino basta dare alcune briciole di felicità, come pane, feste, un po’ di libertà e qualche illusione, insomma basta trattarlo come se si trovasse in un grande ovile, per farlo muovere entro determinati ambiti, senza mai consentirgli di andare oltre per non farlo accedere nella “stanza dei bottoni”, dove tutto si decide sulla pelle dei tanti, i quali aspettano invano “un Dio che nun se vede2e che non interverrà mai per difendere i Buoni e punire gli Orchi.

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