Gli effetti di polarizzazione e l’aumento degli squilibri regionali

di Guglielmo Forges Davanzati

La Germania ha quattro volte la popolazione del nostro Mezzogiorno, ma il nostro Mezzogiorno ha più disoccupati di lunga durata della Germania. La disoccupazione di lunga durata coinvolge individui alla ricerca di lavoro da più di un anno. E’ questo il dato clamoroso che emerge dal Rapporto Eurostat sull’occupazione. Nel Sud d’Italia sono oltre 501 mila le persone in cerca di lavoro da più di un anno a fronte delle 497 mila della Germania.

Peraltro, la disoccupazione di lunga durata è in aumento nel Mezzogiorno: 1.2 milioni in più rispetto al 2020, anno nel quale con la pandemia molti disoccupati hanno rinunciato a cercare lavoro entrando nell’inattività, e in calo di quasi 100mila unità rispetto al 2019 (1 milione 455mila). La parte principale dei disoccupati di lunga durata nel nostro Paese è formata da individui con un basso livello di istruzione (639mila hanno al massimo la licenza media) mentre sono 125mila quelli che hanno almeno una laurea triennale (tra questi 62mila nel Sud e nelle Isole) a fronte di 83mila nell’intera Germania. Nel Sud vive un terzo della popolazione italiana e si produce ¼ del Pil.

Questi dati certificano il fallimento strutturale del modello produttivo prevalente nelle regioni meridionali. Le cause sono evidentemente molteplici, ma, fra queste, meritano attenzione quelle messe in rilievo dalle più recenti ricerche della nuova geografia economica.

Questa voce è stata pubblicata in Economia e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *