Manco p’a capa 101. La natura (e la politica) non ama il vuoto

di Ferdinando Boero


 Drymonema dalmatinum.

Mi capita spesso di dire che la natura non ama il vuoto. Se il riscaldamento globale toglie spazi vitali alle specie mediterranee, ecco che si aprono spazi per le specie tropicali che arrivano a prendere il loro posto. Se la pesca industriale toglie i pesci, il vuoto viene riempito dalle meduse. E se ci sono troppe meduse ecco che arrivano le tartarughe e i pesci luna a cogliere l’opportunità, assieme a specie di meduse che si nutrono di altre meduse, come Drymonema dalmatinum la più grande medusa del Mediterraneo. Era rarissima e ora si inizia a vedere sempre di più.
Ci sono casi, però, in cui il vuoto stenta a riempirsi. La Grande Barriera Corallina, per esempio, prosperava in un’area vastissima dove l’acqua raggiungeva temperature molto elevate. Col riscaldamento globale quelle temperature sono diventate troppo alte anche per chi si è evoluto per vivere al caldo. Non ci sono specie che potrebbero sostituire quelle che sono in regressione. Ma ne evolveranno altre, la vita non si ferma, e il vuoto è solo temporaneo. A volte si riempie immediatamente, come sta avvenendo in Mediterraneo, a volte ci vuole più tempo (forse) come sta avvenendo nella Grande Barriera.
E in politica? Ci dicono che la politica non ama il vuoto, proprio come la natura. Caduti i partiti di destra, travolti da Mani Pulite, Berlusconi riempì quel vuoto. Quando fu travolta anche la sinistra, e cadde il Partito Comunista, il Partito Democratico fu presto colonizzato dall’evoluzione della Democrazia Cristiana. Con fenomeni analoghi ai rapporti tra Alien e i suoi ospiti: entrato nel PD, Renzi lo fa esplodere e ne esce sotto forma di Italia Viva, lasciando molte metastasi nell’ospite. Non parliamo del primo governo guidato da un ex comunista (D’Alema) che, invece di far funzionare bene lo stato, pensa di risolvere il problema del malfunzionamento della cosa pubblica… privatizzandola.

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