I rischi del PNRR al Sud e gli errori sulla Pubblica Amministrazione

di Guglielmo Forges Davanzati

In piena crisi energetica, con aumento della povertà e imprese che chiudono, l’economia italiana non può permettersi di sostenere il suo tradizionale fardello di imponente e irrazionale onere burocratico-amministrativo. Ci si riferisce soprattutto al forte rischio che la clausola del 40% di investimenti nel Mezzogiorno, prevista dal PNRR, non venga rispettata. Per comprendere la situazione pessima nella quale versa la pubblica amministrazione italiana, si può considerare, ad esempio, il caso dei crediti delle imprese. Banca d’Italia stima che lo stock accumulato di debiti da parte degli Enti pubblici ammonta a 55,6 miliardi. L’ultimo decreto “Aiuti” ha imposto ai comuni di pagare le fatture ai privati e ai fornitori entro il limite massimo di trenta giorni, ma lo ha fatto senza purtroppo intervenire sulle cause reali del problema, ovvero il sistematico sottodimensionamento del settore pubblico in Italia e, ancor più, nel Mezzogiorno. Queste inefficienze hanno due cause fondamentali. Innanzitutto la burocrazia. Nell’ultimo Rapporto della Banca d’Italia dal titolo “I divari Nord-Sud: sviluppo economico e intervento pubblico” del settembre 2022 si legge che per ridurre i divari regionali (peraltro in aumento nell’ultimo decennio) è necessaria “la semplificazione del quadro regolatorio” (p.7).

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