Inchiostri 11. La Santa dei Gitani

di Antonio Devicienti

Il pellegrinaggio dei Gitani alle Saintes Maries de la Mer è una processione anche di apparizioni, di accensioni dell’immaginazione. Dalla cripta portano fino al mare l’immagine della loro Santa “Nera”, Santa Sarah, la serva egizia che salvò le Marie conducendole miracolosamente in salvo attraverso il Mediterraneo fino agli acquitrini della Camargue. Ed è proprio la Santa Sarah, nera e quasi confinata nella cripta rispetto alle Sante venerate nella chiesa superiore, che i Gitani si sono scelta come patrona, riconoscendosi, orgogliosi, nella Santa più umile e certo più nobile proprio in ragione degli ostracismi, delle angherie, del disprezzo che ha dovuto subire.

Le rughe profonde, veri tagli nel viso, ne dicono il sole, il salino, il cammino – nelle vesti s’addensano tempi di musici, maniscalchi, indovine, calderari, ricamatrici. I piedi sono fratelli delle ruote dei carri, mai separati dalle radici ctonie.

Il pozzo dentro il tempio (la chiesa ha un accesso basso e stretto, come s’addice alle fortezze) restituisce acqua dolce. Chi crede bagna le dita d’acqua benedetta e si fa il segno della croce; chi si lascia chiamare da questo luogo per dolce arrendevolezza al mondo dell’uomo s’impiastriccia le dita con l’inchiostro di un Breviario mediterraneo che guida e illumina, ch’è preghiera di pace.

Questa voce è stata pubblicata in Arte, Culture e popoli, Inchiostri di Antonio Devicienti e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *