Il cortocircuito dell’arretratezza del Mezzogiorno e della sua classe politica

Continua, infatti, la crescita dell’incidenza del settore turistico nel Mezzogiorno, che diventa sempre più il vero e proprio “giardino d’Europa”, ma con una qualità dell’offerta che resta piuttosto scadente. Una forte specializzazione in quel settore, peraltro in un contesto di forte de-industrializzazione e anche di perdita crescente di rilevanza del settore agricolo (tradizionalmente trainante in alcune aree, si pensi alla Puglia), determina la caduta della domanda di lavoro qualificato e accentua, per questa via, i flussi migratori, in particolare, di giovani con elevato livello di istruzione. Questo effetto è risultante dalla riduzione dell’intensità tecnologica delle produzioni meridionali, partendo peraltro da valori eccezionalmente bassi del rapporto spesa in ricerca e sviluppo/totale investimenti. L’accelerazione che questo Governo ha dato all’autonomia differenziata si inserisce in queste dinamiche di crescente impoverimento delle Regioni del Sud. Il principale argomento a favore della tesi governativa è che le Regioni del Sud beneficerebbero del nuovo assetto istituzionale mediante la responsabilizzazione della propria classe dirigente. Si tratta, però, di un argomento debole, dal momento che la selezione della politica locale risente molto del funzionamento del mercato del lavoro meridionale. In particolare, l’alto tasso di disoccupazione e i redditi bassi implicano un’offerta elevata di politici e, a parità di elettori, molto tempo per crearsi individualmente il network e le conoscenze opportune, e per influenzare le lobby locali necessarie per acquisire consensi e voti. Da ciò segue la necessità di dover disporre di grande quantità di tempo e di risorse per diventare credibili e, per conseguenza, un’elevata età media dei dirigenti politici. L’evidenza empirica, non a caso, su fonte Istat, mostra che l’età media dei politici meridionali con responsabilità istituzionali è mediamente alta (over 40) e che questo incide negativamente sulla qualità della vita in particolare dei giovani.

[“Nuovo Quotidiano di Puglia”, 27 dicembre 2022]

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