Quarant’anni di studio e di ricerca di Antonio Lucio Giannone

di Gianluca Virgilio

Quando ha termine la vita lavorativa di un uomo per sopraggiunti limiti d’età, gli amici gli si fanno intorno e lo festeggiano. Credo che non lo facciano per attutire gli effetti del momento di passaggio quanto perché è questa l’occasione per tirare le somme, volgendosi indietro tutti insieme, festeggiato e festeggianti, con lo sguardo al lungo cammino percorso in una vita di lavoro, e vederne la traccia; che sarà poi seguita – se già non lo è – da altri e, perché no, dall’interessato, che, se anche dalla burocrazia è messo “a riposo”, tuttavia non cessa di perseguire il suo fine, la sua ricerca vitale. Così accade anche nella comunità degli studiosi, quando un professore va in pensione. In questa occasione, gli amici e sodali gli offrono l’unico regalo che uno studioso ha sempre apprezzato, un libro, alla composizione del quale ciascuno contribuisce con un saggio. Così è accaduto per il pensionamento di Antonio Lucio Giannone, professore ordinario di Letteratura contemporanea per molti anni presso l’Università del Salento. I suoi allievi e colleghi, sparsi nelle università italiane, e non solo, hanno scritto per onorare il festeggiato, e ne è venuta fuori un’opera in due tomi dal titolo Metodo e passione. Studi sulla modernità letteraria in onore di Antonio Lucio Giannone, a cura di Giuseppe Bonifacino, Simone Giorgino, Carlo Santoli, La scuola di Pitagora editrice, Napoli 2022, pp. XXII-1108, n. 107 della collana Biblioteca di sinestesie fondata e diretta da Carlo Santoli dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli. Un’opera monumentale non tanto per il gran numero di pagine quanto per la vastità di interessi letterari che essa contiene e che rispecchiano l’ampio orizzonte intellettuale entro il quale Giannone ha dispiegato la sua attività di studioso, “degno erede e prosecutore della scuola italianistica salentina fondata da Mario Marti e Donato Valli”, come scrivono i curatori nella Premessa intitolata Per Lucio (p. XXII). Merito senz’altro, dunque, dei tre curatori che hanno profuso il loro impegno nell’opera di raccolta e sistemazione del materiale, e merito di Giannone che ha saputo ispirare un così gran numero di studiosi (ne ho contati 63). Non poteva essere diversamente: basti scorrere la ricchissima Bibliografia degli scritti di Antonio Lucio Giannone (pp. 1077-1107) per rendersi conto del folto numero di autori (per non parlare degli artisti) che Giannone ha studiato e fatto conoscere anche ad un pubblico di “non addetti ai lavori”. Questa sua attività di divulgazione non è meno meritoria della sua attività di ricercatore e di studioso. Io non dimenticherò mai che Giannone non ha mai detto di no a chi gli chiedeva una lezione da tenere in un consesso extrauniversitario, e questa disponibilità posso testimoniarla – ed essergliene grato – in prima persona. A questo fine divulgativo risponde anche la sua decisione di offrire al sito www.iuncturae.eu  numerosi suoi articoli e saggi, che ora sono a disposizione di chi voglia approfondire la conoscenza di Giannone e degli autori da lui studiati.

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