Alle origini della politica laica Marsilio da Padova e la crisi politica di inizio Trecento

Traccia per un percorso didattico interdisciplinare

di Franco Martina

La crisi della prospettiva ierocratica: Giovanni XXII e Ludovico il Bavaro

Il 18 novembre 1302 Bonifacio VIII emanava la bolla Unam Sanctam. Era il momento più acuto dello scontro con Filippo IV di Francia. La prospettiva ierocratica doveva confrontarsi non con un altro potere universale, com’era accaduto in passato, bensì con un semplice re. La formula secondo la quale , andava incontro alla sua prova forse più drammatica: quella della . Come scrisse Giorgio Falco: .

In effetti, di lì a qualche anno la volontà ierocratica di Bonifacio VIII avrebbe mostrato tutta la sua debolezza sotto i colpi di forze avverse di varia natura. Per un verso,  c’erano i francescani “spirituali” e frange ereticali degli ”apostolici”; dall’altra le famiglie degli aristocratici romani avverse a quella dei Caetani, di cui era espressione lo stesso Bonifacio. Quest’ultimo terreno di scontro fu particolarmente rilevante. Proprio la capacità del papa di gestire le tensioni e i conflitti interni all’aristocrazia romana, costituiva il punto di forza che lo metteva in condizione di affrontare i conflitti esterni. Si capisce quindi come lo schiaffo di Anagni, l’affronto di Sciarra Colonna a Bonifacio VIII, fu non la causa ma il sintomo di un’incapacità del papato di garantire un equilibrio interno e quindi a gestire i conflitti esterni. Ciò mentre lo scenario politico della Penisola e dell’Europa si faceva quanto mai complesso.

Dopo la morte dell’imperatore Enrico VII, gli elettori tedeschi si divisero tra Federico d’Austria (19 ottobre 1314) e Ludovico di Wittelsbach, duca dell’Alta Baviera (detto Ludovico IV il Bavaro, 20 ottobre 1314). Il 25 novembre 1314 avvenne, infatti una duplice incoronazione: ad Aquisgrana, luogo tradizionale, quella di Ludovico; a Bonn quella di Federico. Ambedue i contendenti si rivolsero al nuovo papa Giovanni XXII (1316-1334), il quale, però,  per evitare che Roberto d’Angiò diventasse troppo forte in Italia e pensando a un contenzioso con la Francia che avrebbe indebolito l’Impero,  lo dichiarò  vacante, avocando a sé la sua amministrazione e proibendo l’invio di  un vicario. Ludovico il Bavaro lasciò ben presto intendere di non essere disposto a sottomettersi alle decisioni di Giovanni XXII e quando, il 28 settembre 1322, prese prigioniero, a Mühldorf, Federico d’Austria, rimase il solo pretendente alla corona imperiale. Nella primavera dell’anno seguente, Ludovico mandò un contingente militare per difendere la Milano ghibellina dei Visconti dall’aggressione del legato pontificio Bertrand du Poujet.  Il papa, vedendo naufragare la prospettiva di una immediata vittoria sui Visconti, avviò una politica di ritorsione nei confronti di Ludovico il Bavaro. Con la bolla Attendentes dell’8 ottobre 1323, Giovanni XXII  accusò Ludovico di usurpare il potere e il titolo di imperatore:

Questa voce è stata pubblicata in Filosofia, Politica e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *