Memorie di Galatina Mezzosecolo di storia meridionalistica e d’Italia 6. La guerra d’Etiopia e il movimento migratorio

di Giuseppe Virgilio

Chi studia il movimento demografico del Comune di Galatina negli anni Trenta, trova che il numero degli abitanti tocca la punta massima di 21.890 nel 1935 e si abbassa al di sotto di 21.000 unità nel triennio 1936-1938. Precisiamo che si registrano 20.285 abitanti nel 1936, 20.533 nel 1937 e 20.837 nel 1938, secondo l’ufficio anagrafico municipale.

Il 3 ottobre 1935 ha avuto inizio la penetrazione delle truppe italiane in territorio abissino e la guerra, condotta con grande impiego di mezzi militari e di gas venefici, si conclude nel maggio 1936. Il 9 di quel mese, difatti, quasi ai limiti della notte (anche la scelta dell’ora è di stampo retorico) Mussolini annunzia agli Italiani la fondazione dell’impero. I Galatinesi ne ascoltano il discorso attraverso la radio della ditta Nuzzo, affollando via Vittorio Emanuele.

La conquista dell’Abissinia, come si sa, è stata realizzata mediante l’uso dei gas asfissianti, di bombardamenti indiscriminati e di rappresaglie, di distruzioni di ospedali da campo, di massacri di donne e bambini; in seguito si è proceduto alla repressione spietata dei guerriglieri, all’esproprio indiscriminato delle terre, alla segregazione razziale, alla repressione della lingua e della cultura abissine, all’eliminazione sistematica di stregoni, indovini, ecc. Certamente questi metodi, al momento in cui vengono posti in atto, sfuggono agli Italiani, ed anche a Galatina, quindi, se ne ignora l’applicazione. Non vengono ignorati, invece, alcuni motivi della propaganda di guerra del fascismo, i quali fanno balenare ingannevoli verità e corrompono così, con una campagna abilmente orchestrata, strati larghi e consistenti di masse popolari.

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