Di mestiere faccio il linguista 5. “Illuministi meridionali”

di Rosario Coluccia

Nel 1754 venne istituita all’università di Napoli (tra le più antiche al mondo, fondata il 15 giugno 1224 dal grande imperatore svevo  Federico II) la prima cattedra di economia in Europa, denominata «di meccanica e di commercio». Fu affidata all’illuminista Antonio Genovesi (1713-1769), nato a Castiglione (Salerno), che teneva le sue lezioni in italiano. Per secoli la lingua della comunicazione scientifica era stata il latino, in latino si tenevano le lezioni all’università. A metà del Settecento, la diffusione dell’italiano a base toscana tra i ceti medio-alti della capitale meridionale aveva reso ormai maturo l’uso dell’italiano nell’ambiente accademico. L’illuminismo, che si proponeva di combattere l’ignoranza e l’oscurantismo affidandosi alla forza della ragione, dava forti scossoni anche in campo linguistico. L’impegno degli illuministi a rendere familiari e chiare le conoscenze comportava una lingua scarsamente interessata agli ornamenti stilistici e rivolta invece ai contenuti. La lingua non come abbellimento ma come strumento del pensiero finalizzato a migliorare le condizioni di vita privata e pubblica.

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