Di mestiere faccio il linguista 7. Resilienza

di Rosario Coluccia

Da mesi tutti parlano del PNRR, il programma con cui il governo intende gestire i fondi del «Next Generation Eu», lo strumento di ripresa e rilancio economico introdotto dall’Unione europea per risanare le difficoltà causate dalla pandemia. La sigla PNRR significa Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed è sicuramente comprensibile nel suo significato generale, al di là dei dettagli controversi e per molti aspetti ancora in corso di definizione. Tutti sanno che si tratta di un progetto per rilanciare l’economia affossata dalla crisi. Non altrettanto chiara, forse, è l’ultima parola contenuta nella sigla: «resilienza» deriva dal lat. «resilire» che significa ‘saltare indietro,  rimbalzare’ (dal verbo latino nasce anche l’agg. it. «resiliente»). La parola resilienza è voce dotta attestata nella nostra lingua dal sec. XVIII e di larga diffusione internazionale, con significati tecnici precisi: indica la ‘capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi’ (in ambito fisico), la ‘capacità di un filato o di un tessuto di riprendere la forma originale dopo una deformazione’  (in ambito tessile) e anche ‘la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà’ (in psicologia). In quest’ultimo caso la plasticità del termine viene estesa ai moti della psiche: le passioni assumono caratteristiche fisiche.

Riporto con adattamenti minimi le definizioni di alcuni vocabolari. Il Sabatini-Coletti glossa: fis. «capacità di un materiale di resistere agli urti senza spezzarsi». Nel Vocabolario Treccani il vocabolo ricorre a proposito di «ecologia» («la resilienza è direttamente proporzionale alla variabilità delle condizioni ambientali e alla frequenza di eventi catastrofici a cui si sono adattati una specie o un insieme di specie»);  di «tecnica» («nella tecnologia dei materiali, indica la resistenza a rottura dinamica, determinata con apposita prova d’urto»); di «psicologia» («capacità di reagire a traumi e difficoltà, recuperando l’equilibrio psicologico attraverso la mobilitazione delle risorse interiori e la riorganizzazione in chiave positiva della struttura della personalità»).

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