Trasmissioni radio 2. Il giocattolaio di Maglie

di Antonio Devicienti

Ho fatto in tempo a scendere più di una volta nella bottega-scantinato di uno degli ultimi giocattolai di Maglie, a metà di Via Roma, nell’odore di umidità e di legno piallato, di colle e di vernici; ricordo il bulbo nudo della lampadina acceso sul tavolaccio spinto contro il muro di fondo e le scaffalature addossate agli altri muri e ricolme di materiali spesso sospesi tra l’informe e un accenno di braccio, o di testa o di scocca d’automobilina…

A destra del tavolaccio c’era una porta che non ricordo mai aperta, ma sono ancora adesso sicuro ch’era accesso ad altre stanze seminterrate, sistema occulto di un labirinto che si ramificava sotto la Maglie di palazzi, chiese, giardini e corti interne.

Il giocattolaio ascoltava la radio mentre lavorava e mentre mi mostrava i giocattoli tra i quali avrei scelto quello che mio padre mi aveva portato a comperare.

Per circostanze diverse non ho conservato nessuno di quei giocattoli, ma i loro echi di legni lavorati a mano e dipinti nella lentezza di mattinate e di pomeriggi dal giocattolaio (che forse aveva una famiglia ma che mi sembrava restasse nella bottega senza mai uscirne) si riverberano fino a questi righi.

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