di Rosario Coluccia
Cerco nei vocabolari il significato della parola «babele»: ‘luogo pieno di gente caratterizzato da grande disordine e da confusione rumorosa’; si usa in frasi come: «quell’ufficio è una grande babele», «che babele in questa stanza, non c’è nulla in ordine». Deriva dall’ebraico Babel, nome di un’antica città della Mesopotamia, i cui abitanti (secondo la tradizione biblica) tentarono la costruzione di una torre tanto alta da raggiungere il cielo e furono puniti da Dio, che li disperse nel mondo dopo averne confuso le lingue.
Leggiamo le righe che seguono. «Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l’un l’altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra». Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro». Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra».
Il brano è tratto dal primo libro della Bibbia, la Genesi (11, 1-9), il cui nome significa ‘Origine’ o ‘Generazione’. In ebraico il libro è indicato con l’espressione (universalmente nota) con cui comincia: «In principio»: «In principio Dio creò il cielo e la terra». Vi è narrata la storia dell’origine del mondo (da Adamo ed Eva in poi) e quella del popolo ebraico, scandita dalla successione genealogica dei suoi patriarchi (Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe) e segnata dai contatti con altri popoli. Il racconto biblico affronta i grandi enigmi dell’esistenza: le origini dell’universo e dell’uomo, il rapporto dell’uomo con Dio, il problema del bene e del male, del dolore, della morte, la crescita dell’umanità e il suo differenziarsi nello scorrere deltempo. Contiene episodi conosciutissimi, affascinanti per chiunque, credente o non credente.