di Gigi Montonato
In Italia abbiamo superato i centomila morti di/con Covid, un numero enorme e crescente, una tragedia immane, un’ecatombe. Una cosa del genere era inconcepibile fino a febbraio dell’anno scorso in periodo di pace, in era postmoderna, nella più ampia fiducia popolare nella scienza e nella tecnologia. No – diceva un amico prima che esplodesse il virus – oggi non potrebbe mai verificarsi qualcosa come la Spagnuola di cento anni fa. Coi ritrovati di oggi tutto passerebbe entro poco tempo. E invece è accaduto. Lenta, implacabile, silenziosa, l’epidemia da Covid è avanzata, all’inizio come a non farcene neppure accorgere. Non esageravano quelli che parlarono da subito come di una guerra. I caduti italiani della guerra ‘15-‘18 furono in tutto seicentomila dopo tre anni e mezzo di trincee, di combattimenti e di bombardamenti. Non meno di seicentomila furono le vittime della Spagnuola in Italia secondo uno studio del demografo Giorgio Mortara (1925). Il contatore dei contagi e dei decessi per Covid continua a girare e dà ogni giorno numeri allarmanti.
Di fronte a questi dati, c’è ancora chi addirittura nega l’epidemia e si rifiuta di vaccinarsi! E c’è ancora chi sui social insulta medici e personale sanitario che ammoniscono di stare attenti, di osservare le precauzioni, di stare in guardia dalla pericolosità del virus! La vita non vissuta genera la nevrosi insegnava Jung. Da più di un anno non “viviamo”. Perciò la società è nevrotica, dai giovanissimi che si danno appuntamento a bande per picchiarsi pubblicamente – uno sfogo lo devono pur trovare! – ai negazionisti incalliti e fanatici e ai disobbedienti delle attività commerciali che non vogliono vedere le loro imprese chiudere. Anche la società politica manifesta sempre più sintomi di nevrosi: affermazioni isteriche di singoli, gesti traumatici di politici moderati, cambi continui di casacca, proposte surreali, recuperi di scarti, partiti in cerca dell’identità perduta o di una nuova identità dopo svolte di trecentosessanta gradi. Tutti spiazzanti e tutti spiazzati.