di Evgenij Permjak
Come sapete, tutte le bottiglie vengono al mondo fragili, nude e vuote.
Ogni bottiglia ha per lo più un bel collo lungo, una rotondità attraente nelle spalle, sulle quali non ha la testa.
Un turacciolo solitamente sostituisce la testa alla bottiglia. Ma siccome un turacciolo, a parer di tutti, è un sinonimo puro di stupidità e di leggerezza, ragionare e riflettere con un turacciolo è oltremodo difficile. Proprio per questo le bottiglie molto di rado arrivano alle tesi di dottorato in scienze e ancor meno frequentemente sono atte ad occupare cariche di corte, pur facilitando talvolta l’accesso degli altri a tali cariche.
Le bottiglie sono prive di volontà e superficiali. Possono essere riempite di qualsiasi cosa. Per questo motivo sono utilizzate per gli scopi più disparati in mense, latterie, regge, botteghe di ferramenta, farmacie, laboratori di analisi e nei romanzi di avventure per l’invio della posta via mare.
Questo è tutto ciò che dovevamo precisare, per renderci conto del ruolo e della posizione della bottiglia nella società. A questo punto si può, a cuor leggero, mettersi a descrivere la vita privata di una Bottiglia.
La soffiarono nell’anno dell’incoronazione di Silvaner XII, soprannominato in seguito «Beone». Il Grande Regno dell’Uva, sul cui trono ascendeva Silvaner XII, era talmente minuscolo, da essere completamente coperto dal meridiano che attraversava le sue terre. Solo sopra alcune carte geografiche, su cui i meridiani erano tracciati a linee sottilissime, si poté distinguere sotto ’uno di loro, i contorni est-ovest del Grande Regno dell’Uva. I cartografi mai tracciarono sulle mappe degli atlanti il nome del Grande Regno dell’Uva, neppure in abbreviazione, in quanto persino una lettera, la più piccola, non soltanto avrebbe ricoperto tutto il territorio del regno, ma avrebbe sconfinato ed invaso le terre dei vicini stati stranieri, scatenando complicazioni nei rapporti diplomatici e, forse, una guerra.