Poesie di Paolo Vincenti commentate da Gianluca Virgilio
Dedica
A chi dedico, se non a te, amico fasullo
queste mie sciocchezzuole di poco conto
ben sapendo che tale mio lepido libello
non vivrà che per un breve momento
e subito sarà abraso come un codicillo
dimenticato, come parole scritte nel vento?
***
Incipit lepidum novum libellum
Che l’amico a cui è dedicato il presente “lepido libello” sia dichiarato fasullo la dice lunga sul disincanto del poeta satirico (d’ora innanzi lo chiameremo Satirico) che non gli impedisce di rispettare alcune regole antiche: la dedica e la proposizione dell’argomento, innanzitutto. Un amico fasullo non è un amico e dunque l’amicizia qui dichiarata è di per sé fasulla come le annunciate poesie, sciocchezzuole di poco conto, nugae. L’omaggio neanche tanto velato è a Gaio Valerio Catullo, che però coi suoi endecasillabi faleci sceglieva lo storico Cornelio Nepote come dedicatario del suo lepidum novum libellum. Nessuna captatio benevolentiae, per cominciare, in questi versi liberi, anzi, un avvertimento: lettore, non ti aspettare grandi cose, ma solo “parole scritte nel vento”, che dovrai saper cogliere, e se non saprai farlo, peggio per te. Tutto, un giorno, sarà dimenticato, immaginiamoci le sciocchezze! Perché scrivere, allora?
Saturae I
Poesie di Paolo Vincenti commentate da Gianluca Virgilio
Dedica
A chi dedico, se non a te, amico fasullo
queste mie sciocchezzuole di poco conto
ben sapendo che tale mio lepido libello
non vivrà che per un breve momento
e subito sarà abraso come un codicillo
dimenticato, come parole scritte nel vento?
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Incipit lepidum novum libellum
Che l’amico a cui è dedicato il presente “lepido libello” sia dichiarato fasullo la dice lunga sul disincanto del poeta satirico (d’ora innanzi lo chiameremo Satirico) che non gli impedisce di rispettare alcune regole antiche: la dedica e la proposizione dell’argomento, innanzitutto. Un amico fasullo non è un amico e dunque l’amicizia qui dichiarata è di per sé fasulla come le annunciate poesie, sciocchezzuole di poco conto, nugae. L’omaggio neanche tanto velato è a Gaio Valerio Catullo, che però coi suoi endecasillabi faleci sceglieva lo storico Cornelio Nepote come dedicatario del suo lepidum novum libellum. Nessuna captatio benevolentiae, per cominciare, in questi versi liberi, anzi, un avvertimento: lettore, non ti aspettare grandi cose, ma solo “parole scritte nel vento”, che dovrai saper cogliere, e se non saprai farlo, peggio per te. Tutto, un giorno, sarà dimenticato, immaginiamoci le sciocchezze! Perché scrivere, allora?