Vittorio Bodini, «Allargare il gioco». Scritti critici (1941-1970)

di Alessio Paiano

Da poeta Vittorio Bodini ha attraversato le maggiori tendenze poetiche del Novecento senza mai approdare a un’adesione definitiva: se è possibile rintracciare nella sua opera alcuni caratteri delle istanze del tempo (in particolar modo ermetismo, sperimentalismo, neoavanguardia), con esse Bodini instaura un rapporto problematico che a volte si declina in aperta insofferenza per i loro vincoli impliciti. Per molti anni la fortuna del poeta ha dunque subìto la cattiva sorte degli scrittori per i quali la critica non ha potuto stabilire connessioni e genealogie specifiche; eppure in vita Bodini era apparso nel catalogo di un importante editore come Mondadori, che stampò prima La luna dei Borboni e altre poesie (1962), poi l’opera omnia nel 1983, a cura di Oreste Macrì, quindi tredici anni dopo la morte del poeta (a queste va aggiunta la raccolta Metamor pubblicata per Scheiwiller nel 1967). Da qui in poi la diffusione degli scritti subì un arresto pressoché totale, considerando anche la dispersione degli scritti in prosa, apparsi su varie riviste, periodici e giornali, che Bodini non ebbe modo di organizzare in maniera sistematica. Seguirono dunque alcune pubblicazioni sporadiche, come I fiori e le spade. Scritti civili (1931-1968), a cura di Fabio Grassi (Milella, 1984), e Corriere Spagnolo (Manni, 1987), in cui Antonio Lucio Giannone raccoglieva i reportage dello scrittore leccese nel corso della sua permanenza in Spagna. Un cambio di passo avvenne alle soglie del Duemila, quando l’editore Besa, che già aveva stampato Il sei-dita e altri racconti (1998), ripubblicò in un unico volume l’opera poetica di Bodini; se quest’ultima poteva godere dunque di una nuova veste editoriale, lo stesso discorso non era ancora possibile per gli scritti in prosa. Grazie all’impegno della stessa casa editrice nel 2003 sorse una collana, «Bodiniana», che già dal primo titolo, Barocco del Sud, si proponeva di raccogliere finalmente le prose dello scrittore leccese, le singole opere poetiche e alcuni carteggi, fino all’ultimo numero qui esaminato, «Allargare il gioco». Scritti critici 1941-1970, a cura di Giannone.

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