di Antonio Prete
Sei tu nel giardino, o forse un’altra, il respiro dell’albero ha un suono come di vento che mulini roco in una grotta, la luna è nel fogliame, si nasconde e si mostra, sei seduta sulla panchina e mi dici che qualche volta è possibile entrare nel cuore della pianta e sentire il rumore che fanno i pensieri quando fluttuano nel tronco e lungo i rami, sei tu o forse un’altra, ti sono accanto, ho un braccio intorno alle tue spalle coperte dallo scialle, e mi racconti che quando si entra nel cuore della pianta, se c’è la luna tocchi la sua pelle, se soffia il vento distingui le sue parole, se c’è la pioggia senti che ogni goccia pulsa e brilla fin sotto la corteccia, sei tu o forse un’altra seduta sulla panchina al mio fianco, e mi dici che c’è un’ora, sul finire dell’inverno, in cui svanisce ogni confine, ogni limite si disfa, e puoi entrare nel cuore di ogni cosa, perché ogni cosa è come il fiore del possibile, come il profumo del possibile, mi dici questo mentre il respiro dell’albero s’è fatto più quieto e la luna si è liberata dalla prigione dei rami.