Memorie di Galatina. Mezzosecolo di storia meridionalistica e d’Italia 12. Conservazione e moderatismo dei parlamentari galatinesi e salentini nell’Assemblea Costituente

di Giuseppe Virgilio

La dottrina giuridica italiana durante i decenni della nostra unità nazionale, ha sempre conservato i principii della vecchia scuola costituzionale che si richiamano, da un lato, a quelli del diritto romano e, dall’altro, ai principii sanciti dalle rivoluzioni borghesi. Durante il fascismo, invece, la dottrina giuridica si è venuta staccando da quelle prerogative costituzionali ed ha riconosciuto e collocato la sovranità non nel popolo, ma soltanto nello Stato. Nell’Assemblea Costituente che avvia un processo politico nuovo dopo la caduta del fascismo, si registra la presenza di un gruppo di parlamentari moderati e conservatori, che mirano a mantenere tutti gli elementi strutturali di continuità dello Stato autoritario.

La circoscrizione elettorale Lecce-Brindisi-Taranto, ed in essa Galatina, ha avuto un ruolo di prim’ordine, e noi ci proponiamo di documentarlo.

Chi per ragione di età è stato testimone, ricorda bene che i comizi di preparazione per eleggere l’Assemblea Costituente sono stati una rivendicazione di disimpegno democratico.

A Galatina il dibattito politico, i comizi in piazza o nel teatro Tartaro o nel teatro Lillo hanno mirato a garantire la futura Costituzione non come sviluppo della vita sociale verso nuovi traguardi di eguaglianza reale e di libertà sostanziale, ma come un compromesso atto a sua volta a garantire una sorta di diritto di resistenza dei ceti sociali più forti, anche se minoritari, ai processi evolutivi di un regime democratico.

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