di Giuseppe Virgilio
Prendiamo ora in esame, all’interno di tutta la popolazione galatinese di sesso femminile, tre nuclei sociali ben distinti per specifiche attività: le tabacchine e le contadine, le prostitute ed infine le affittacamere. Le prime possono essere assunte a simbolo di un proletariato ancora in embrione, perché è lungi dal prospettarsi una coscienza di classe; le prostitute sono una conseguenza della miseria e dello sfruttamento di classe; le tabacchine, invece, sono l’emblema di una dinamica sociale originale ed irripetibile della comunità cittadina di Galatina.
1. Tabacchine e contadine e l’ideologia religiosa
Quasi convergendo come una raggiera dai vari quartieri cittadini, oltre che da Noha, Collemeto e Santa Barbara, le tabacchine raggiungono di buon mattino a piedi (l’uso della bicicletta suscita particolare interesse e curiosità ed è giudicato contrario ad un conveniente ritegno) le fabbriche, cioè gli opifici per la lavorazione del tabacco dislocati in punti diversi della città. Ne escono alle quattro pomeridiane, dopo aver lavorato otto ore con un’interruzione di un’ora dalle tredici alle quattordici, per consumare una frugalissima colazione, in quanto il loro pasto di mezzogiorno è differito alla sera, ed è, insieme, cena e desinare. Le vedi allora per la muraglia a solatìo davanti all’opificio prendere il sole, sbocconcellando svogliatamente un pane intriso d’olio e peperone, mentre gironzolano intorno a loro giovanotti che, per cercare di piacere, fanno complimenti, moine ed ammiccamenti. Chi sono le tabacchine? Qual è la loro origine sociale?