di Gianluca Virgilio
“Taci, Rovelli, occupati della tua scienza, lascia perdere la politica!”. Il libro di Carlo Rovelli, Lo sapevo, qui, sopra il fiume Hao, Solferino, Milano 2023 (la citazione è a p. 17), è una risposta a questa intimazione di chi vorrebbe rinchiudere la tanto bistrattata figura dell’intellettuale nell’hortus conclusus del suo sapere specialistico. L’intimazione scatta quando questi si sottrae, ahimè, molto raramente, al ruolo dell’utile idiota e decide di dire la sua anche in campi diversi da quelli nei quali è considerato un esperto. Così è accaduto a Carlo Rovelli, presentato nel risvolto di quarta di copertina di questo libro come il “creatore di una delle principali linee di ricerca in gravità quantistica (…), tra i fisici più attenti alle implicazioni filosofiche dell’indagine scientifica”. Queste sue qualifiche non gli hanno impedito di essere presente nel recente dibattito politico italiano con una serie di prese di posizione critiche nei confronti delle opinioni dominanti veicolate dai mass media, il cosiddetto mainstream; il che gli ha attirato gli strali degli immancabili censori, e l’intimazione di cui sopra. Nei suoi articoli giornalistici, pubblicati perlopiù (ma con significative eccezioni) nel “Corriere delle Sera” tra il 2019 e il 2023, di cui si compone il libro (il sottotitolo è Articoli per i giornali), Rovelli interviene sugli eventi di questi anni; anni caldi, caldissimi, segnati dalla pandemia prima e dalla guerra in Ucraina poi, durante i quali fare i conti con la realtà ha richiesto di tenere i nervi ben saldi, equilibrio mentale e una sana voglia di non sacrificare sull’altare della convenienza politica le proprie convinzioni ideali.
Grazie, caro Gianluca. Sono perfettamente d’accordo con tutto quello che scrivi.
Caro Antonio, ti ringrazio per questo apprezzamento e consenso che mi hai voluto esprimere pubblicamente.