di Nello De Pascalis
Giravo per la città con una lista di cose da comperare e un chiodo fisso sin dal primo mattino: quello di andare a pesca. L’ansia di assolvere tutto e presto mi toglieva il respiro. Nel traffico caotico del sabato invidiai chi non era oberato da impegni e poteva disporre del suo tempo. Poco prima delle dodici, sulla via del mare, cambiai d’umore; là m’attendevano un maestrale spumoso, il vento, la solitudine, come tre donne impazienti.
Nella zona di S. Maria al Bagno, qualcuno già riponeva mulinelli e canne per rientrare a casa. Non chiesi ‘notizie’. C’era ancora mare, tanto che sopravento era impossibile starci. Scesi e risalii in più punti sino a che non individuai una rientranza, nei pressi della montagna spaccata, che mi riparava da spruzzi. Avevo le classiche malote e pulici per esca che integrai con un residuo lasciatomi da un ‘collega’ all’ora di pranzo. Pensai ai capannelli visti in piazza Alighieri; da lì a poco avrebbero preso la via di casa con un cartoccio di frutta secca tra le mani: ritmi normali di esistenze normali. Ed io? Saltato il pranzo, io ero sul mare. Una frase di Maria mi tornò in mente: “Solo un folle può fare le cose che tu fai e darti del folle è poca cosa”. E già…..ma la passione è passione. Saluti e baci.