di Gianluca Virgilio
Una domenica mattina d’un paio di anni fa, frugando tra i libri polverosi di una bancarella in Piazza San Pietro, in occasione del mercatino dell’antiquariato, che una volta al mese fa tappa a Galatina, mi capitò tra le mani un romanzo di Cesare Giulio Viola, “Pricò”, Nuova edizione Treves del 1929 (Terzo migliaio), in discreto stato di conservazione. Due euro furono sufficienti a comprarlo e a rendere più luminosa la mattinata domenicale. Comprai “Pricò”, lo feci restaurare, ma, pur pregustandola, ne rimandai la lettura. Dico sempre a me stesso, quando mi preoccupo di non aver letto un libro, che devo aver pazienza, perché la lettura di un certo libro, come gli incontri della vita con alcune persone, attende il suo momento e non serve a nulla forzare i tempi. Segno del destino! “Pricò” da pochi giorni è venuto di nuovo a bussare alla mia porta, e questa volta non mi è stato possibile rinviare l’incontro.
Antonio Lucio Giannone, che dirige per l’Editore Lupo di Copertino la collana di narrativa Novecento da leggere, ha affidato a Luigi Scorrano la cura del romanzo di Viola (n. 2 della collana; il n. 1 è Michele Saponaro, La casa senza sole), edito in questo inizio del nuovo anno 2012, ed ora un vasto pubblico può leggerlo con diletto.