di Ferdinando Boero
Nel 1996, al congresso dell’Association for the Sciences of Limnology and Oceanography, a Santa Fe, la conferenza plenaria fu tenuta dal direttore di una compagnia di assicurazioni. Era preoccupato, perché i premi assicurativi per coprire i danni causati da catastrofi naturali non bastavano a coprire i costi sostenuti dalle assicurazioni per compensare gli assicurati. Prima garantivano buoni affari ma, da qualche anno, non bastavano più. Il cambiamento globale incrementa la frequenza e l’intensità degli eventi estremi, con conseguenze economiche insostenibili. A meno di aumentare le tariffe assicurative, ma questo dissuaderebbe molti a rinnovare le polizze, esponendo il paese a ulteriori impoverimenti.
Ora il Ministro Nello Musumeci, responsabile della protezione civile, ci dice che lo Stato ha fatto i conti e non ce la fa a coprire i danni degli eventi estremi. Il consiglio è: assicuratevi. Le assicurazioni si fregano le mani, ma presto si troveranno nelle condizioni delle loro omologhe statunitensi. I premi saranno talmente alti che solo pochi potranno permetterseli. In USA sono abituati a “cavarsela da soli”: se non hai un’assicurazione o una carta di credito l’assistenza non è garantita. E le compagnie assicurative, se i costi superano i compensi stabiliti, smettono di pagare e… sono fatti tuoi.
Ora la nostra sanità pubblica è in corso di smantellamento, ci dovremo assicurare. E lo stesso vale per le catastrofi naturali. Insomma, il governo ci dice: arrangiatevi. Se avete i soldi per le assicurazioni… buon per voi. Se non li avete… sono fatti vostri. Siamo sicuri che sia quel che vogliamo? I gretini, come me, continuano a dire che è vero che la transizione ecologica ha dei costi, ma i costi del non farla sono superiori. Non si tratta di salvare delfini e tartarughe… ma di garantire la nostra sicurezza sanitaria e patrimoniale. Infatti si parla di “salute unica”: non ci possono essere persone, società ed economie sane in un ambiente “malato”.