L’ostacolo del “fabulare”. La finzione autobiografica dantesca nell’opera volgare dell’Alighieri. Introduzione

di Gianluca Virgilio

Ho lavorato a lungo, dalla fine degli anni Ottanta e poi nel corso dei Novanta, a questo lavoro su Dante, L’ostacolo del “fabulare”. La finzione autobiografica dantesca nell’opera volgare dell’Alighieri, che considero oggi come uno studio giovanile e, dunque, una parte del mio percorso intellettuale. A Dossena, nel febbraio 1998, scrissi l’Introduzione che segue, come suggello dell’intero studio. Lo propongo al lettore senza alcun aggiornamento, così come l’ho ritrovato nel mio attuale computer, dove miracolosamente è giunto dopo essere passato da un computer all’altro nel corso dei decenni scorsi. Non so se il fatto che sia sopravvissuto alla sostituzione di diverse macchine elettroniche sia solo un buon segno oppure il risultato del mio vecchio proposito di pubblicarlo. Comunque sia, ora è affidato all’indulgenza del lettore, che spero almeno pari a quella mia nei confronti dell’autore di questo saggio dantesco.

Per il testo della Vita Nuova e delle Rime ho utilizzato l’edizione a cura di Domenico De Robertis e Gianfranco Contini, in Dante Alighieri, Opere minori, vol. I – tomo I, Riccardo Ricciardi Editore (Classici Ricciardi-Mondadori), Milano Napoli 1995; per il Convivio l’edizione a cura di Cesare Vasoli e Domenico De Robertis, idem, ibidem, vol. II, tomo I e II; il testo della Divina Commedia è quello stabilito da Giorgio Petrocchi, La Commedia seconda l’antica vulgata, Edizione Nazionale a cura della Società dantesca Italiana, Mondadori, Milano 1966-67.

(Galatina, 15 agosto 2024)

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