Michele Saponaro, lo scrittore ritrovato. Intervista a Antonio Lucio Giannone

Certamente il Convegno è stato preceduto da una serie di studi su Saponaro, condotti da lei e dalla sua équipe dell’Università del Salento. Può dirci che cosa avete scoperto? Insomma, chi era Michele Saponaro?

Il Convegno è stato preceduto da alcuni miei studi riguardanti il Saponaro operatore culturale, redattore-capo di due riviste. “La Tavola rotonda” di Napoli e la “Rivista d’Italia di Milano, nonché i rapporti da lui avuti con alcuni importanti scrittori italiani, come Emilio Cecchi, Giuseppe Prezzolini, Giovanni Papini e Filippo Tommasi Marinetti. Il 14 dicembre 2007 si svolse poi a San Cesario di Lecce una prima manifestazione nella quale si rese omaggio per la prima volta a questo scrittore con un opuscolo stampato appositamente per l’occasione dall’Editore Manni e una mostra documentaria. Bisogna aggiungere che questa riscoperta dell’opera di Saponaro è stata favorita alla presenza del suo Archivio donato dal figlio Giovanni al Dipartimento di Filologia, Linguistica e Letteratura dell’Università del Salento, attraverso la mediazione del professore Michele Tondo, il quale nel 1983 curò la ristampa del romanzo “Adolescenza” con l’Editore Congedo di Galatina. Proprio l’Archivio mi ha permesso di scoprire la ricchezza di relazioni intellettuali e la straordinaria varietà e ampiezza dell’attività letteraria di Saponaro. Il quale, ripeto, è stato uno degli scrittori di maggiore successo in Italia nel periodo fra le due guerre. I suoi libri, pubblicati in decine di migliaia di copie dai maggiori editori del tempo, da Treves a Mondadori a Garzanti, erano continuamente ristampati e ricevevano recensioni sui più importanti quotidiani e periodici del tempo.

Può dire come ha strutturato il Convegno leccese e quali aspetti dell’opera di Saponaro i convegnisti hanno indagato?

Il Convegno ha preso in esame i vari aspetti dell’opera di Saponaro. Perciò ho ritenuto opportuno dedicare ogni sessione a uno specifico settore: la narrativa, innanzitutto, che resta senza dubbio la sua attività più rilevante; le biografie, a cui si dedicò dal 1938 in poi; e poi i reportage, le riviste da lui dirette, la poesia e il teatro. Ogni relazione è stata affidata a specialisti che hanno preso in esame singole opere o ambiti specifici. Tra i numerosi relatori, vorrei citare il decano degli italianisti, Mario Mati, che alla bella età di 96 anni ha offerto una magistrale rilettura della biografia di Leopardi, pubblicata nel 1941. Ma non posso non ricordare due studiosi venuti appositamente dalla Svezia: Enrico Tiozzo e Ulla Åkerström. Il primo, che è il maggior esperto della narrativa dimenticata degli anni Venti-Trenta in Italia, ha curato la riedizione di un romanzo di Saponaro “La casa senza sole”, apparso presso le Edizioni Lupo di Copertino nella collana “Novecento da leggere”, da me diretta, proprio in occasione del Convegno e sta per pubblicare con la Casa Editrice Aracne di Roma una monografia sulla narrativa di Saponaro dal titolo “Lo spettatore della vita”. Ma tra gli altri relatori vorrei ricordare ancora: Pasquale Guaragnella, preside della Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Bari; Bruno Pellegrino, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università del Salento; ancora Marino Biondi dell’Università di Firenze; Giovanna Scianatico e Giuseppe Bonifacino, dell’Università di bari e tanti altri validissimi docenti dell’Università del Salento, nonché due studiosi locali di indubbio valore  come Luigi Scorrano e Gino Pisanò.

Potrebbe fare un bilancio delle due giornate di studi? Intendo dire,  su quale immagine gli studiosi riunitisi a Lecce e San Cesario si sono trovati d’accordo e, se è il caso, che cosa li ha divisi?

Il bilancio del Convegno non può che essere largamente positivo. Tutti i relatori invitati hanno presentato il loro intervento e chi non è potuto essere presente, all’ultimo momento, per motivi famigliari o di salute, ha inviato la sua relazione che è stata letta nel corso dei lavori. Tutti i contributi presentati sono stati di notevole livello e nell’insieme costituiranno, una volta che saranno raccolti e pubblicati negli Atti, una fonte imprescindibile per la conoscenza e l’approfondimento dell’opera di Saponaro. Gli studiosi che hanno partecipato alle due Giornate di studio si sono trovati d’accordo sul fatto che lo scrittore meritava questa attenzione, questa “riscoperta” che fa giustizia di alcuni luoghi comuni, come quello di ritenerlo un esponente della cosiddetta “narrativa di intrattenimento”, espressione che giustamente Tiozzo ha rifiutato. Saponaro è stato in linea con i suoi tempi  e, in qualche caso, ha anticipato temi ripresi poi da scrittori assai più celebrati di lui. Ovviamente non sono mancate divergenze di interpretazione ma hanno riguardato punti particolari si singole opere.

Che cosa rimane ancora da studiare di Saponaro?

Nel Convegno sono stati approfonditi, come ‘è detto, quasi tutti gli aspetti dell’pera di Saponaro: la narrativa, le biografie, i libri di viaggio, il teatro, la poesia, l’attività di redattore. Ecco, se proprio si volesse completare l’esame della sua vastissima produzione, direi che resterebbe ancora da studiare l’autore di libri per ragazzi, il giornalista (suo è un opuscolo intitolato “Dei doveri del giornalista”), il conferenziere. Ma soprattutto resta da esplorare ancora l’Archivio e, in particolare, il prezioso carteggio, dove ho ritrovato lettere di moltissimi personaggi di primo piano della cultura novecentesca, a lui indirizzate, da Verda a De Roberto, da Capuana a Pirandello, da Marinetti a Montale, da Cechi a papini, da Prezzolini a Tozzi, da Croce a Gentile a Luigi Einaudi, solo per citarne alcuni. Inoltre si dovrà continuare con la riedizione di alcune delle principali opere, in modo da metterle a disposizione dei lettori di oggi.

Che cosa direbbe oggi al lettore per invogliarlo a leggere Michele Saponaro?

Direi che Saponaro merita di essere letto ancora oggi perché aveva doti di autentico scrittore, al di là dell’immagine di narratore “di consumo”, che proprio il Convegno ha definitivamente rifiutato. Ad esempio, vorrei consigliare la lettura del romanzo “La casa senza sole”, che, come ho detto, abbiamo ristampato per l’occasione con una bellissima introduzione di Enrico Tiozzo. Si tratta di uno dei libri più intensi e sentiti di Saponaro, ispirato alla prima guerra mondiale, che, com’è noto, diede vita a un vero e proprio filone di opere in prosa e in versi, più o meno importanti. È il diario di una madre, una povera donna del Sud, che vede partire l’unico figlio per la guerra e attende sempre più ansiosa le notizie provenienti dal fronte, fino a  quella tragica della sua morte. Il romanzo ha, dall’inizio alla fine, un tono dolente e asciutto, privo di retorica e si avvicina alle opere degli scrittori “vociani” (Jahier, Slataper, Rebora), per la sua forte esigenza di natura etica. Un piccolo capolavoro, dunque.

E per leggere gli Atti del Convegno, quanto dovremo aspettare?

Spero che gli Atti del Convegno riescano ad uscire entro quest’anno e, al massimo, entro i primi mesi dell’anno prossimo. Sarà un’altra occasione per ritornare a parlare, nel Salento e in Italia, di Michele Saponaro che questo Convegno ha tolto, spero definitivamente, dall’oblio in cui era caduto ingiustamente dopo la sua morte.

[“Il Paese nuovo”, 1 aprile 2010]

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