di Antonio Errico
C’erano una volta contadini che non avevano fatto alcuna scuola ma che avevano una sensibilità amorosa verso un albero di ulivo. Lo crescevano. Lo accudivano. Si spera che ce ne siano ancora. Poi i tempi sono cambiati e il concetto di sensibilità si è caricato sempre più della necessità di qualcosa che si potrebbe definire conoscenza dei significati.
Per esempio: la sensibilità si forma e matura con la conoscenza della storia in generale, indubbiamente: di quella dell’arte come particolare. Nella storia dell’arte è scritta l’evoluzione delle forme e dei significati con cui gli uomini hanno stabilito relazioni con il terreno e l’ultraterreno, con l’umano e il sovrumano, con il comprensibile e l’incomprensibile. Nella storia dell’arte si può rilevare l’umile arroganza dell’uomo che intende rappresentare quello che non si può rappresentare. Ma senza questa arroganza non avremmo mai avuto la Cappella Sistina. E’ una sensibilità nei confronti della limitatezza che osa sfidare l’illimitato.