di Ettore Catalano

Chiunque abbia veramente amato la letteratura e praticato, senza disonore e senza cortigianeria, la critica letteraria sa che il torto più grande che si possa fare ad uno scrittore è parlare del suo libro che passa come il più noto. Perciò, andando oltre Cuore, massacrato forse troppo da poeti come Carducci (che definì De Amicis “Edmondo dei languori” e più tardi avrebbe patito, egli stesso, svariati e pesanti soprannomi) e da critici del livello di Umberto Eco (“gran mare di languorosa melassa”), dedichiamoci, per rapidi prelievi, forse capaci di suscitare curiosità, ad un aspetto davvero molto interessante della produzione letteraria deamicisiana che precede l’uscita di Cuore (1886): i libri di viaggio e i reportages, da Spagna a Olanda e Dintorni di Londra, da Marocco a Costantinopoli, negli anni che vanno dal 1872 al 1879 di Ricordi di Parigi. Come suggerisce opportunamente Folco Portinari, quei resoconti di viaggio concedono qualcosa agli itinerari canonici dell’esotismo fin de siécle e sembrano pure esercizi di prosa interessanti nei quali, come si vedrà dai miei prelievi deamicisiani, si dispiega “ somma abilità nel cogliere i dettagli e nel coinvolgere il lettore” (Portinari), ma non mi pare utile parlare, come pure si è fatto, di queste prose di viaggio come “fotografie”, perché nelle pagine deamicisiane ci sono sempre un certo elegante humour e anche una partecipazione sentimentale, (Francesco Surdich parlava opportunamente dei libri di viaggio deamicisiani come “fonte di emozione e di diletto”), un mettersi consapevolmente dentro le vicende osservate e i panorami gustati, una capacità descrittiva che trasferisce emozioni, un procedere fluido e garbato, ma anche rapidi colpi di spatola capaci di un colorismo drammatico, come vedremo a proposito della corrida. In poche parole, quei resoconti di viaggio, prima dell’avventura salgariana, accenderanno la fantasia dei lettori europei, grazie anche al diffondersi contemporaneo nelle sale concertistiche, dopo il successo di Carmen, “di una Spagna ritmicamente sognata” (Portinari).