Lei è stato, nel 2023, il primo autore pugliese a ottenere il riconoscimento “L’olio della poesia”. Immagino possano esserci dei poeti pugliesi che hanno influenzato la sua scrittura.
Non uno, tanti. A cominciare da Bodini, Pagano, Fiore, Serricchio, Augieri, Verri, Angiuli, Di Ciaula, Toma e molti altri ancora, anche più giovani di me. Io ho cercato sempre di imparare da tutti.
Per quanto riguarda “L’olio della poesia” di Serrano sono veramente grato agli organizzatori perché due anni fa mi hanno concesso il grande onore di essere il primo vincitore pugliese di questo premio prestigiosissimo. Se scorro l’elenco dei poeti premiati nell’arco dei due decenni e passa, mi vengono i brividi.
Sarebbe interessante stabilire che relazione ci sia tra la poesia pugliese di questo secolo e la poesia pugliese del secondo Novecento.
Più che di poesia pugliese – entità culturale che di fatto non esiste in quanto non abbiamo una linea comune ma siamo tutti poeti italiani contemporanei – sarebbe più giusto parlare di poeti pugliesi. E qui devo dire che il Salento, con i suoi autori e con le sue case editrici, fa moltissimo per la valorizzazione dei nostri poeti del passato. Nel Salento questa relazione tra il secondo Novecento e questo secolo è addirittura tangibile – basti pensare ai nomi di alcune iniziative come “Qui, se mai verrai” o “Fate fogli di poesia, poeti”-. È questa la strada giusta. Abbiamo alle spalle degli autori che non dobbiamo mai dimenticare. Naturalmente alle nuove generazioni spetta, come sempre, il compito di lanciare la palla oltre la linea d’orizzonte.
Simone Giorgino, docente di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università del Salento, l’ha definita “voce fra le più alte e consapevoli della sua generazione”. Ci accompagni all’inizio del suo percorso poetico.
Simone Giorgino ha usato parole molto generose nei miei confronti. Non posso che esserne grato. Sì, certo, è trascorso mezzo secolo da quando io cominciai a prendere sul serio la poesia e a pubblicare le mie prime cose. Mi fa un po’ di tenerezza pensare quel ragazzo lì, appassionato di arte e letteratura, che muoveva i suoi primi passi in una terra incognita. Se lo incontrassi oggi non so che cosa gli direi. Forse resteremmo tutt’e due in silenzio a guardarci… oppure, facendomi un po’ di coraggio, gli direi che non ho mai tradito i suoi sogni e i suoi ideali di vita e di arte.
Antonio Verri distribuiva “fogli di poesia” per le strade. Oggi esistono molti modi di diffondere la poesia.
Verri era un eccellente poeta e una persona straordinaria. Sono contento di averlo conosciuto e di essere stato suo amico. Con i suoi incoraggiamenti e le sue continue esortazioni a “rimboccarci le maniche”, a “fare fogli di poesia”, a cercare “modi nuovi e parole di sangue” ci ha insegnato che la poesia ha sempre a che fare con la vita e che non è più il caso di credere a quella vecchia storia secondo cui in ogni secolo nascono soltanto tre grandi poeti. Un insegnamento prezioso e utilissimo se vogliamo salvare veramente la poesia, e quindi la vita, dal degrado e dalla barbarie.
[“Nuovo Quotidiano di Puglia”, 26 giugno 2025]