di Ferdinando Boero

Mai così caldo, a giugno. Le temperature superficiali del mar Mediterraneo già superano i 29 gradi e ai tropici, dove dovrebbero essere stabili a 28 gradi, fa ancora più caldo: le specie tropicali si spostano, e il Mediterraneo le accoglie come profughi climatici che fuggono da un caldo mortale. Le specie mediterranee che non sopportano le alte temperature attuali, come le gorgonie, vanno incontro a mortalità massive, mentre le tartarughe marine, grazie al caldo, nidificano anche sulla costa settentrionale del Mediterraneo, un mare che, date le esigue dimensioni, risponde rapidamente alle sollecitazioni climatiche. L’acqua che evapora è più di quella che arriva dalle piogge, attraverso i fiumi: ne consegue che la salinità del Mediterraneo sia superiore a quella dell’Atlantico. Una differenza che richiama acque atlantiche dallo stretto di Gibilterra, a diluire le acque mediterranee, più salate. Senza questo apporto atlantico, il Mediterraneo tenderebbe a prosciugarsi, come avvenne cinque milioni di anni fa, quando si chiuse la connessione con l’Indo-Pacifico. La corrente di acqua atlantica che entra da Gibilterra scorre in superficie fino all’estremo orientale del Mediterraneo e poi torna indietro, a circa 500 m di profondità, per reimmettersi in Atlantico.