Dal quadro prospettato da Katia Mannino è emersa la ricchezza della decorazione scultorea, che rende l’edificio teatrale di straordinario valore. Infatti, quando la struttura ospitava i combattimenti gladiatori durante l’Impero romano, doveva apparire simile al Colosseo di Roma con molte statue di dèi ed eroi poste nelle arcate.
A scoprire le prime sculture fu Cosimo De Giorgi, che oltre ad aver portato alla luce la porzione del monumento oggi visibile di fronte alla Banca d’Italia, ideò la prima “guida” divulgativa dell’anfiteatro, pubblicata tra le pagine del giornale “Il Martello” nel 1910. L’anfiteatro è impreziosito dai bauletti (posti sul parapetto che separava l’arena dalla cavea) con i bassorilievi in marmo raffiguranti scene di caccia (venationes). Tra gli animali rappresentati – quelli ritrovati sono pari alla metà del rivestimento originario dell’intera struttura – spiccano un toro in assetto di carica, orsi, leoni e leonesse, poi cinghiali, un leprotto e altri animali. Dall’area dell’anfiteatro proviene anche una testa di Ottaviano Augusto, scoperta tra il 1904 e il 1938 e oggi conservata presso il Museo Castromediano.
Il primo imperatore di Roma è ritratto giovane e con un temperamento energico: perché esporre nell’anfiteatro di Lecce un’immagine di Ottaviano diversa dalle consuete forme solenni con cui si era soliti rappresentarlo? Le fonti letterarie (Appiano e Nicolao di Damasco) attestano che, nel 44 a.C., alla morte di Cesare, rientrando in Italia da Apollonia (zona Sud dell’Albania), Ottaviano si trattenne a Lupiae: qui apprese che Cesare lo aveva nominato suo “figlio ed erede”. La scelta della raffigurazione giovanile, dunque, era un omaggio per ricordare la sosta di Ottaviano a Lupiae. Inoltre, a decorazione dell’edificio, c’erano anche una statua di Atena-Minerva e un trofeo militare. E oggi tra i possibili scenari per l’anfiteatro, l’auspicio «che nuovi rinvenimenti aggiungano elementi utili alla comprensione del monumento – conclude Mannino – e che l’edificio in un prossimo futuro, anche con il supporto delle nuove tecnologie e della realtà aumentata, torni a essere un museo di sculture capace di coinvolgere ed emozionare, come in passato, il pubblico».

In senso orario: una scena tratta dalle venationes, il trofeo militare, la testa di Ottaviano Augusto.
[“Nuovo Quotidiano di Puglia”, 30-06-2025]